L’economia di Gaza è ulteriormente paralizzata dalla chiusura di 33 giorni del valico commerciale

MEMO. Di Mohammad Asad. La continua chiusura da parte di Israele dell’unico valico commerciale di Gaza è una forma di punizione collettiva e sta esacerbando la sofferenza umana ed economica dei residenti nella Striscia, ha affermato sabato il Comitato popolare contro l’assedio (PCAGS).

Il valico di Karm Abu Salem (Kerem Shalom), che è l’ancora di salvezza economica di Gaza, è stato chiuso per 33 giorni, riducendo il lavoro della centrale elettrica principale e aggravando la crisi del carburante nell’enclave.

E’ stato vietato l’ingresso a circa 4.000 camion che trasportavano merci e beni di prima necessità e ora sono ammassati nei porti e nei magazzini a caro prezzo per i loro proprietari, ha spiegato PCAGS.

Alcune aziende sono state costrette a chiudere per mancanza dei materiali per operare, aumentando il tasso di disoccupazione, che ora ha raggiunto quasi il 65 per cento.

Anche l’importazione di beni di prima necessità, aiuti internazionali e generi alimentari ha risentito della chiusura.

I gruppi per i diritti hanno affermato che Israele sta usando la chiusura come mezzo per ricattare le fazioni palestinesi affinché accettino i suoi termini nei colloqui post tregua.

Lo stato di occupazione ha condotto una campagna di raid aerei su tutta la Striscia di Gaza, a maggio, che è durata 11 giorni e ha ucciso 254 persone, tra cui 66 bambini.