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Cairo-Ma’an. Mercoledì 8 febbraio, l’esercito egiziano ha affermato di aver distrutto, nel giro di due settimane, sei tunnel che collegano l’Egitto alla Striscia di Gaza.
Il portavoce dell’esercito egiziano, Tamer al-Rifai, ha dichiarato che i sei tunnel in questione sono stati scoperti e distrutti al confine tra la Striscia di Gaza e il nord del Sinai tra il 17 gennaio e il 4 febbraio.
L’annuncio arriva un giorno prima di un attacco aereo che ha ucciso due palestinesi e feriti cinque in un tunnel tra l’Egitto e il sud della Striscia di Gaza, giovedì.
Mentre gli ufficiali palestinesi sostengono che il tunnel era stato preso di mira da Israele, l’esercito israeliano ha negato un coinvolgimento nell’attacco.
All’inizio dell’anno, al-Rifai aveva dichiarato che le forze egiziane hanno distrutto 12 tunnel in un periodo imprecisato alla fine del 2016.
Quattro palestinesi della Striscia di Gaza sono rimasti uccisi a dicembre, quando le autorità egiziane hanno intenzionalmente allagato un tunnel con acqua marina.
I palestinesi a Gaza hanno fatto affidamento sulle gallerie per il contrabbando poste lungo il confine con l’Egitto sin dal 2007, quando Israele impose un duro presidio militare sull’enclave costiera dopo che Hamas ne aveva preso il controllo.
Fino all’espulsione del presidente egiziano Morsi nel 2013, i tunnel che connettono la Striscia di Gaza all’Egitto garantivano un’ancora di salvezza per il piccolo territorio palestinese.
Da quando in Egitto è salito al potere Al-Sisi, tuttavia, il Paese ha rigidamente rinforzato il presidio e allagato centinaia di tunnel, nel quadro di una campagna di sicurezza in corso nel nord della penisola del Sinai, contro militanti anti regime che hanno lanciato attacchi contro la polizia egiziana e personale militare.
L’Egitto accusa Hamas di sostenere i ribelli, supposizione negata fermamente da Hamas.
Le Nazioni Unite riportano che a febbraio sono pochi i tunnel tra l’Egitto e Gaza rimasti parzialmente operativi.
Traduzione di Ada Maria De Angelis