L’Egitto propone una nuova “pausa di settimane” alla guerra di Gaza

Gaza – The Cradle. Il governo egiziano ha avanzato una nuova proposta volta a porre fine alla rinnovata guerra israeliana contro la Striscia di Gaza, secondo fonti citate dall’AP il 24 marzo.

“Hamas rilascerebbe cinque ostaggi vivi, tra cui uno statunitense-israeliano, in cambio del permesso di Israele di far entrare gli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza e di una pausa di settimane nei combattimenti”, ha dichiarato un egiziano all’agenzia.

La proposta includerebbe anche il rilascio di centinaia di prigionieri palestinesi dalle prigioni israeliane.

Fonti hanno dichiarato a Reuters lunedì che l’Egitto ha proposto di stabilire una tempistica per il rilascio di tutti i prigionieri in cambio di una per un ritiro israeliano completo garantito dagli Stati Uniti. Il piano egiziano include il rilascio di cinque prigionieri a settimana a condizione che Israele inizi a implementare la fase 2 dell’accordo di cessate il fuoco iniziale.

Un funzionario di Hamas ha dichiarato all’AP che il movimento di resistenza “ha risposto positivamente” alla proposta egiziana.

L’inviato statunitense nella regione, Steve Witkoff, ha recentemente avanzato una proposta per Gaza, che a quanto si dice richiede il rilascio di circa cinque prigionieri israeliani ancora in vita e i corpi di circa nove morti, in cambio di un’estensione dell’accordo di cessate il fuoco di diverse settimane e della ripresa del flusso di aiuti a Gaza.

Non è chiaro se il piano Witkoff includa il rilascio dei prigionieri palestinesi. Parlando con Fox News domenica 23 marzo, l’inviato ha detto che Hamas potrebbe averlo “ingannato” facendogli credere di aver accettato la sua proposta.

Witkoff ha evidenziato in una nuova intervista con Tucker Carlson, nel fine settimana, la complessa situazione economica dell’Egitto, in quella che è stata vista da molti come una minaccia velata contro il Cairo.

“Le statistiche in Egitto sono enormi: la disoccupazione tra [le persone] sotto i 25 anni è circa il 45 percento. Un paese non può esistere in questo modo. Sono in gran parte al verde. Hanno bisogno di molto aiuto. Se dovesse succedere un brutto evento in Egitto, potrebbe riportarci indietro”, ha detto. Ciò è avvenuto dopo un rapporto del quotidiano libanese Al-Akhbar che affermava che l’Egitto aveva accettato di accogliere 500 mila palestinesi da Gaza, cosa che il Cairo ha negato con veemenza.

In una risposta apparente, l’autorità ufficiale egiziana per l’informazione ha annunciato “il completo rifiuto dell’Egitto di qualsiasi affermazione diffusa da alcuni organi di informazione, collegando l’accettazione da parte dell’Egitto dei tentativi di sfollamento respinti alla fornitura di aiuti economici”.

I rapporti sulla proposta dell’Egitto coincidono con le affermazioni secondo cui la Giordania ha presentato un proprio piano per porre fine alla guerra a Gaza.

Secondo fonti citate da Middle East Eye (MEE), “la Giordania sta proponendo un piano per esiliare 3 mila membri di Hamas e della sua ala militare dalla Striscia di Gaza”.

“Coloro che saranno esiliati includerebbero sia leader militari che civili e membri di Hamas. Il piano prevede anche il disarmo di Hamas e di altre fazioni della resistenza a Gaza, secondo una tempistica programmata”, hanno aggiunto le fonti.

Israele ha recentemente chiesto l’esilio dei leader e dei combattenti di Hamas da Gaza.

Tel Aviv ha ripreso la guerra sulla Striscia il 18 marzo dopo aver dato seguito a diverse settimane di minacce e ostruzioni ai colloqui di cessate il fuoco. Oltre 700 palestinesi sono stati uccisi in meno di una settimana a seguito della nuova campagna.

L’esercito israeliano ha anche ripreso le operazioni di terra nell’enclave, rientrando nel corridoio di Netzarim e in altre aree, tra cui la città settentrionale di Beit Lahia, mentre si preparava per ulteriori incursioni.

Tutti i valichi di frontiera rimangono chiusi e Gaza sta assistendo ad un disastro umanitario a causa della mancanza di aiuti e dei continui bombardamenti.

Hamas ha dichiarato il 21 marzo di continuare a comunicare con i mediatori nel tentativo di attuare il cessate il fuoco a Gaza, negando le notizie sui media ebraici secondo cui il movimento di resistenza si sarebbe ritirato dai colloqui.

Traduzione per InfoPal di F.H.L.