Circa 15 mila gazawi si sono registrati negli uffici del ministero dell’Interno per attraversare il valico e sono in attesa di viaggiare via Rafah. Tra questi ci sono 3.000 malati e oltre 2.500 studenti.
Dal 2007, anno in cui Israele ha imposto il blocco alla Striscia di Gaza, circa 1,8 milioni di persone vivono sotto assedio, in una grande prigione a cielo aperto, impossibilitati a entrare e uscire, se non per brevi periodi, e a far fronte alle necessità quotidiane. Ci sono, infatti, severe restrizioni all’ingresso di alimenti e prodotti vari, compresi medicinali e attrezzature mediche e edili.
L’ultima aggressione israeliana contro la Striscia di Gaza, nell’estate dell’anno scorso e il blocco dei materiali di ricostruzione, ha lasciato la regione costiera della Palestina in uno stato di distruzione e disperazione e in una situazione di perenne crisi umanitaria. A peggiorare le condizioni dei gazawi sta collaborando anche l’Egitto, che dal golpe del generale al-Sisi contro il governo eletto di Mohammad Mursi, nell’estate del 2013, ha chiuso permanentemente il valico di Rafah, riaprendolo in rari e brevi momenti.
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