Otto delle vittime, incluso un poliziotto, sono state uccise a Suez, e un’altra a Ismailia, secondo quanto hanno affermato fonti mediche. Altre 456 persone sono state ferite in altre parti dell’Egitto, in sollevazioni accese dalla rabbia contro Mursi e i suoi alleati islamisti, per ciò che i manifestanti ritengono “un tradimento della rivoluzione”.
Mursi ha dichiarato che lo Stato non esiterà a “perseguire i criminali e a consegnarli alla Giustizia”. In un comunicato stampa, ha anche chiesto agli egiziani di rispettare i principi della rivoluzione esprimendo i loro punti di vista in modo pacifico.
Le truppe sono state dispiegate a Suez, dopo che il capo della polizia di Stato aveva chiesto rinforzi. L’esercito ha distribuito volantini ai residenti rassicurandoli sul fatto che il dispiegamento è temporaneo e con l’obiettivo di rendere sicura la città.
“Abbiamo chiesto alle forze armate di mandare rinforzi sul terreno finché non superiamo questo momento difficile” , ha dichiarato in Tv Adel Refaat, capo delle forze di sicurezza a Suez.
L’anniversario di venerdì ha messo a nudo il divario tra islamisti e i rivali secolari.
Lo scisma sta minando gli sforzi di Mursi, eletto a giugno, per rilanciare l’economia in crisi e rivitalizzando il corso della moneta egiziana facendo ritornare investitori e turisti.
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(Foto e cronologia degli scontri: http://arabia.msn.com/news/middle-east/1253872/nine-dead-on-egypts-uprising-anniversary-as-morsi-offers-condolences/)