L’Emiro del Qatar visita Gaza, tra progetti di ricostruzione e strategie

Gaza – InfoPal. Martedì mattina, 23 ottobre, dopo una sequenza di conferme e smentite da parte dei rappresentanti del governo di Gaza, si è finalmente materializzata la visita dell’emiro del Qatar, entrato nella Striscia attraverso il valico di Rafah alla guida di una folta delegazione.

E’ indubbiamente una storica visita, quella di Shaykh Hamad bin Khalifa al-Thani alla Striscia, assediata da sei anni: la prima di un capo di stato a Gaza dal 1999, e descritta da politici e media gazawi con toni molto positivi: “Segna la fine della politica di blocco imposta da Israele”, “rottura dell’assedio” e “ricostruzione” dell’enclave distrutta durante Piombo Fuso, nell’inverno 2008-2009.

La visita è stata definita “umanitaria” e avvia un progetto di 400 milioni di dollari destinato alla costruzione di alcune aree

della Striscia.

L’emiro e la sua delegazione, composta, tra l’altro, dalla moglie, la potente e nota Sheikha Mozah, dal primo ministro  qatariota Hamad bin Jassim Al Thani, dal ministro della Pubblica istruzione egiziano Ibrahim Ghoneim, e da diversi ministri e funzionari del Qatar, sono stati accolti dal premier Ismail Haniyah, da ministri, parlamentari e dirigenti di alcune fazioni palestinesi, con inni nazionali e bandiere palestinesi e del Qatar.

La prima tappa è stata la città di Khan Younis, dove l’emiro ha posto la prima pietra di “Hamad City” – un complesso di 3.000 appartamenti.

L’emiro inaugurerà anche i lavori di ricostruzione di strade principali della Striscia, di un ospedale di riabilitazione e per l’innesto protesico delle articolazioni, e altre opere.

Il progetto, in cui verranno coinvolte diverse aziende che forniranno materiali, partirà subito dopo l’Eid al-Adha, la festa del sacrificio, che si celebrerà alla fine di questa settimana.

Sia Fatah sia Israele si sono espressi contro la visita dell’emiro del Qatar, ritenendo che essa darà legittimità ad Hamas e al suo governo nella Striscia di Gaza assediata dal 2007.

Ma anche altre fazioni ne danno una lettura negativa, e non per questioni di ripicche e conflitti con Hamas: la vedono come una strategia qatariota di interferenza e intervento nella questione palestinese. D’altronde, questa visita alla Striscia assediata viene realizzata solo ora, dopo sei anni di embargo e chiusura, e c’è da scommetterci che non è estranea a un tale evento la nuova linea intrapresa dall’Ufficio politico di Hamas, la cui sede è stata spostata da Damasco a Doha.