Fonti locali hanno riferito che, giovedì mattina all’alba, i soldati hanno fatto irruzione nella cittadina di Turmous Ayya, nel nord di Ramallah, e hanno piazzato esplosivi nella casa di Shalabi facendola poi esplodere e riducendola in macerie.
Anche diverse case vicine nella densa zona residenziale sono state danneggiate dalle potenti esplosioni.
Testimoni hanno riferito che i residenti hanno tentato di reagire contro i soldati durante l’aggressione e l’esplosione della casa, e questi hanno usato gas lacrimogeni e proiettili di metallo rivestiti di gomma per disperderli.
Shalabi, 44 anni, cittadino palestino-statunitense, è stato arrestato a maggio con l’accusa di aver ucciso un colono israeliano e di aver ferito altri due in una sparatoria nei pressi di un posto di blocco a nord di Ramallah.
La sua famiglia ha impugnato la decisione di demolizione, ma un tribunale israeliano ha respinto l’appello il 23 giugno e ha confermato la sentenza, spingendo la famiglia a evacuare la casa.
Dal momento che Shalabi è un cittadino statunitense, pare che il governo degli Stati Uniti avesse chiesto, invano, a Israele di non demolire la casa.
(Foto: fumo e polvere derivanti dall’esplosione della casa Shalabi a Turmous Ayya. Immagini WAFA/Udai Deibis).