L’esercito israeliano ha imposto “severe restrizioni” alle comunità palestinesi vicino a Hebron

MEMO. L’esercito israeliano ha imposto “severe restrizioni di transito” a quattro comunità palestinesi nella regione di Masafer Yatta, nel sud della Cisgiordania occupata, secondo l’ONG B’Tselem.
 
Gli abitanti palestinesi della zona “soffrono incessanti vessazioni da parte di Israele da decenni”, afferma B’Tselem, dal momento che “Israele non consente loro di connettersi alle infrastrutture e demolisce ripetutamente le loro case, nel tentativo di cacciarli fuori dall’area”.
 
Dal 9 novembre, tuttavia, l’esercito ha limitato la circolazione in quattro comunità nella regione Masafer Yatta, delle colline di Hebron del Sud – Khirbet al-Halawah, Khirbet Jenbah, Khirbet al-Fakhit e Khirbet al-Markez – che ospitano circa 600 persone, la metà dei quali sono minorenni.
 
In particolare, le forze di occupazione israeliane hanno bloccato le strade che collegano le comunità e conducono alla strada principale, “costringendo i residenti a camminare per una discreta distanza fino alla strada principale”.
Poiché queste comunità non sono collegate all’acqua corrente, “dipendono dall’acqua consegnata ogni giorno dai camion dalle organizzazioni umanitarie”. Tuttavia, a causa delle restrizioni all’accesso, è impossibile consegnare acqua dal 15 novembre “e i residenti soffrono di mancanza d’acqua”.
 
B’Tselem ha spiegato che “alla fine degli anni ’70, i militari hanno dichiarato una vasta area nella regione Masafer Yatta, che ospita dodici comunità palestinesi, come ‘Zona di fuoco 918’ “, quando “negli anni ’90 ha espulso i residenti dalle loro case”.
 
“A questi residenti è stato permesso di tornare grazie ad un’ingiunzione rilasciata dallCorte Suprema di Giustizia israeliana in risposta a diverse petizioni, che hanno vietato allo stato di demolire le case in attesa della risoluzione delle petizioni”.