L’esercito israeliano sfolla con la forza 30 mila palestinesi dalle loro case nel nord della Cisgiordania

Ramallah – PIC. L’esercito di occupazione israeliano ha costretto circa 30 mila palestinesi a fuggire dalle loro case nel nord della Cisgiordania a causa delle aggressioni in corso da due settimane.

Il governatore di Jenin, Muhammad Abu al-Rub, ha dichiarato in un comunicato stampa che 16 mila persone del campo profughi della città sono state sfollate dal lancio dell’operazione “Muro di ferro”, 17 giorni fa.

Secondo un rapporto informativo pubblicato da Al-Jazeera, 10.500 palestinesi sono stati sfollati con la forza dal campo profughi di Tulkarem, sotto la minaccia della violenza o della coercizione, lasciando solo 4 mila famiglie nel campo, come confermato dal governatore della città, Abdullah Kmeil.

L’aggressione israeliana ha costretto 4 mila palestinesi a lasciare la città di Tammun, come annunciato dal governatore di Tubas e della Valle del Giordano settentrionale, Ahmad al-As’ad.

Sabato, le forze di occupazione hanno terminato l’attacco alla città di Tammun, a sud di Tubas, che è durato una settimana, lasciando dietro di sé significative distruzioni di infrastrutture e proprietà.

Allo stesso tempo, l’esercito di occupazione ha continuato l’assalto al campo profughi di al-Far’a, nella stessa città, costringendo decine di famiglie palestinesi a fuggire dal campo.

Inoltre, all’alba di domenica, le forze di occupazione hanno esteso la loro aggressione in corso nella città di Tulkarem e nel suo campo per il 14° giorno consecutivo, includendo ora anche il campo di Nur Shams, a est della città, in un’escalation militare che ha portato alla distruzione diffusa di infrastrutture e ha imposto un assedio soffocante che ha costretto i residenti a lasciare le loro case in condizioni umanitarie difficili.

Traduzione per InfoPal di F.H.L.