L’esercito mi vuole………

Riceviamo e pubblichiamo.

L'esercito mi vuole………

L'esercito israeliano ha invaso il nostro quartiere la notte tra lunedì e martedì, all'1.30, svegliando mia madre, mia moglie e mia sorella. Durante “l'operazione”, la fanteria pesante ha bloccato le strade. Quando i miei familiari hanno aperto la porta, i soldati hanno chiesto di vedermi. La risposta è stata che ero già partito per gli USA. Dopo molte altre domande, hanno lasciato un foglio che dichiara che dovrò apparire all'ufficio di collegamento militare lunedì prossimo. Mia sorella e mia moglie hanno risposto che per quel giorno non sarei ritornato. Ovviamente, l'avvertimento di quell'ufficiale a Ush Ghrab, a cui ho accennato nella mia ultima e-mail, si riferiva a questo. Credo di essere ormai un ricercato solo per aver preso parte a una protesta non-violenta! Chi era presente e ha girato un video mi contatti, per favore. Quello che mi disturba non è il rischio che corro io; qualunque azione contro l'oppressione viene intrapresa sapendo che si corrono dei rischi personali. Ma quello che mi dà fastidio è che tutto ciò ha conseguenze sulla mia famiglia e su migliaia di amici in tutto il mondo che danno importanza alla questione (e alcune di queste conseguenze sono imprevedibili). Mia madre, 76 anni, mi dice al telefono di non tornare e di restare a lavorare negli Stati Uniti per un po': un suggerimento dolorosissimo da fare all'unico figlio che le è rimasto! Cerco di assicurarle che non ho fatto nulla di male e che non la lascerò… ma lei fa un sacco di esempi di altri che non hanno partecipato ad atti di violenza e sono stati arrestati, imprigionati, e le cui famiglie ne hanno passate di tutti i colori. Un amico che è venuto a sapere dell'accaduto ha detto che non ho niente di cui preoccuparmi, che l'hanno fatto solo per tormentarmi e farci abbandonare l'attivismo. Un'altra sta sveglia la notte a pensare a cosa si potrebbe fare. Le assicuro che proseguirò con il mio speaking tour come da programma e che tutto quanto passerà. (Mi ritorna in mente la canzone “we shall overcome someday”…. un giorno vinceremo…)

Ma insieme a me ci sono altre centinaia di persone. Israele è in crisi su tutti i fronti della resistenza popolare/civile in Palestina dal momento che: 1) al momento non c'è nessuna resistenza armata;
2) la repressione israeliana del dissenso rinforza nelle nostre menti l'importanza della resistenza civile e l'idea che quest'ultima ha un prezzo da pagare. Più di 30 attivisti sono stati arrestati l'anno scorso a Bil'in, molti altri a Nil'in, al-Ma'sara e altrove. La repressione rivela la bancarotta del regime sionista e la sua paranoia eccessiva, che credo sinceramente condurrà alla sua morte. È una paranoia inerente nelle implicazioni filosofiche della sua ideologia. Tale ideologia (il sionismo), abbracciata da un sottogruppo di ebrei, insegna semplicemente che “siamo il popolo prescelto da Dio, Lui ci ha dato questa terra, non possiamo essere nel torto se ci opponiamo ai Goyim, specialmente quelli che si trovavano qui quando siamo giunti per reclamare e ripulire le nostre terre, e la legge internazionale e i diritti umani, nel nostro caso, non si applicano. ”Sono illusioni auto-distruttive inculcate fin dai primi stadi dell'educazione, che perpetuano i miti dell'unicità. Tutto questo conduce al genere di comportamenti divenuti difficili da nascondere (la pulizia etnica del 1948 è stato solo un inizio). Ma perfino alcuni israeliani stanno abbandonando queste mitologie e si stanno unendo alla lotta. Alla fine, vivremo tutti insieme, nonostante tutta la repressione

Bisogna che consideri varie opzioni per reagire a questo episodio. Se avete qualche consiglio, è ben accetto. La prima cosa che ho pensato è che dovremmo intensificare il nostro lavoro per la pace e i diritti umani in questo periodo storico critico e cruciale: scrivere ai media, ai politici, ai vicini di casa e a chiunque vi ascolterà. Sotto ho riportato un invito all'azione per il giorno 30 marzo (Giornata della Terra), che vi esorto a leggere. Non possiamo restare neutrali su un treno in corsa, e ci sono momenti – come negli USA tra gli anni '50 e '60 o in Sudafrica durante l'apartheid – in cui il silenzio è in realtà complicità con i criminali.

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Azione: Giornata della Terra proclamata dal Global BDS Day of Action Statement, Comitato nazionale palestinese del BDS (Boycott Divestment Sanctions), 1 marzo 2010. Il Comitato nazionale del BDS (CNB) vi invita a partecipare con le vostre forze ed abilità per una Giornata attivista globale del BDS il 30 marzo 2010, in solidarietà con il popolo palestinese, per il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni ai danni d'Israele…
http://electronicintifada.net/v2/article11107.shtml

Letture consigliate: Il rapporto Goldstone e il libro israeliano “Right of Self-Defense” di Jerome Slater – Professore emerito di scienze politiche presso la SUNY, Buffalo.

http://www.huffingtonpost.com/jerome-slater/the-goldstone-report-and_b_479945.html

 

Mazin Qumsiyeh, PhD

Un beduino nel cyberspace, un cittadino a casa

http://qumsiyeh.org

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