Lettera aperta a Ban Ki-Moon: 40 anni di occupazione israeliana.

 
 
A Ban Ki-Moon: 40 anni di occupazione
Lettera aperta, 24 Marzo 2007 
 
Caro Segretario Generale,
 
nella nostra veste di organizzazioni palestinesi impegnate nella protezione e promozione dei diritti umani, accogliamo con favore la sua decisione di visitare i Territori Occupati Palestinesi in una fase così precoce del suo mandato di Segretario Generale delle Nazioni Unite. Dopo 40 anni di occupazione belligerante la situazione presente dei Territori Occupati è quella di una sistematica violazione del diritto internazionale in materia di diritti umani, che in molti casi raggiungono la gravità del crimine di guerra. Questa situazione conferisce alla sua visita un’importanza speciale.
 
Salutiamo positivamente la sua dichiarata intenzione di ascoltare con le sue orecchie dalla gente che abita nella regione i problemi e i disagi che affrontano. A questo riguardo, la invitiamo a cogliere l’opportunità di parlare con la società civile palestinese per comprendere meglio in che modo l’occupazione israeliana ha gravi ed durature ripercussioni sui diritti umani di ogni Palestinese, ed in generale contribuisce ad una escalation del conflitto che avrà conseguenze sulle prospettive di pace e sicurezza nell’area.
 
Abbiamo fiducia che osservare di persona la situazione sul terreno rinforzerà il suo espresso impegno per la realizzazione di "una giusta e duratura pace in Medio Oriente, basata sulla fine dell’occupazione del 1967 e la creazione di uno stato palestinese indipendente che viva fianco a fianco ed in pace con Israele". In questo contesto è di estrema importanza che ogni accordo politico tra Israele ed i Palestinesi sia conforme ai fondamentali principi del diritto internazionale, e particolarmente il diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione ed il diritto dei rifugiati palestinesi di tornare ai luoghi d’origine. I diritti fondamentali non devono essere ignorati in nome di espedienti politici o falsi compromessi. Ignorare questi diritti serve solo ad oscurare la realtà dell’occupazione israeliana, creando un contesto in cui l’ingiustizia persiste e dove il processo verso una pace significativa non può compiersi.
 
Come lei ha compiutamente osservato, le operazioni militari israeliane le severe restrizioni al movimento, il rifiuto di versare all’erario palestinese le sue entrate fiscali ed il declino socio-economico prodotto da queste misure hanno avuto come risultato una crisi umanitaria nei Territori Occupati, esigendo un pesante pedaggio dalla popolazione palestinese. La protratta attività d’insediamento, particolarmente attorno a Gerusalemme Est, erode ulteriormente la qualità della vita dei Palestinesi. A questo riguardo, la invitiamo a ribadire l’obbligo di Israele a rispettare i sui doveri di potenza occupante nella West Bank, a Gerusalemme Est e nella Striscia di Gaza. Soprattutto, Israele deve subito desistere da tutte le politiche e le prassi che violano i diritti umani internazionalmente garantiti, o che alterino il carattere fisico o la composizione demografica dei Territori Occupati.
 
Finora, per quanto concerne la costruzione del Muro di Annessione nella West Bank, chiediamo che voi esigiate da Israele il rispetto dei suoi obblighi legali sulla sua costruzione, come sancito nel 2004 dalla Corte Internazionale di Giustizia rivolgendosi ai dirigenti israeliani. In particolare, l’obbligazione d’Israele a cessare la costruzione del Muro, lo smantellamento di quelle sezioni costruite fino ad oggi, e il pagamento di indennizzi per i danni prodotti dai lavori di costruzione. Considerando che il Registro dei Danni per il Muro è un atto ufficiale sotto la vostra autorità amministrativa, la sollecitiamo ad assicurare che il Registro, a dispetto dei suoi limiti impliciti, sia usato per registrare i danni nella più efficace delle maniere possibili.
 
E’ chiaro che senza il rispetto e l’implementazione del diritto internazionale da parte della comunità internazionale, le violazioni israeliane continueranno nell’impunità, come è accaduto nei decenni. Numerose risoluzioni dell’Assemblea Generale e del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite riguardanti i Territori Occupati, ed una proliferazione di commissioni speciali, sezioni e divisioni del Segretariato, hanno avuto scarso effetto sulle politiche israeliane ed hanno mancato di assicurare i diritti fondamentali dei Palestinesi. Di conseguenza, invitiamo le Nazioni Unite, come organizzazione il cui Statuto ha tra i suoi scopi fondamentali la protezione e la promozione dei diritti umani e delle libertà fondamentali, di intraprendere azioni decisive per proteggere i diritti del popolo palestinese. Fare altrimenti significa svuotare l’impegno delle Nazioni Unite verso i diritti umani ed il primato della legge, e chiudere un occhio sulle violazioni del diritto internazionale da parte del governo d’Israele.
 
Come Segretario Generale delle Nazioni Unite, lei agisce come portavoce degli interessi dei popoli del mondo, in modo particolare di quelli più vulnerabili. La sollecitiamo a fare uso della sua visita nei Territori Occupati ed in Israele come opportunità per difendere quei valori e l’autorità morale delle Nazioni Unite. Considerato il lungo impegno delle Nazioni Unite sul tema della Palestina, crediamo che sia tempo di azioni chiare ed efficaci commisurate alle dimensioni della sfida di una pace costruita sul rispetto del diritto internazionale. Come Segretario Generale, lei deve usare la sua posizione senza pari per condannare chiaramente le crescenti violazioni del diritto internazionale nei Territori Occupati, senza riguardo per il perpetratore. Mancare in ciò significherebbe tradire le speranze legate alla sua visita, ed allontanare ulteriormente la fine dell’occupazione ed una giusta e durevole soluzione del conflitto.
 
 
Rispettosamente suoi,  
 
(Traduzione di Gianluca Bifochi)

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