Lettera di Infopal al Manifesto.

Cari colleghi del Manifesto,

è con grande sconcerto e dolore che abbiamo appreso, sabato, della morte di Stefano Chiarini.

In questi giorni sono state scritte tante lettere e riflessioni sulla sua persona e sul suo lavoro a favore di una informazione corretta e veritiera sul Vicino e Medio Oriente.

Stefano è stato un grande giornalista, un sempre più raro esempio di professionalità appassionata, coraggiosa e lontana da logiche di potere e prepotenza, di asservimento o servilismo a partiti, gruppi, lobby.

Il suo lavoro accurato, preciso, la sua presenza "sui fatti", sulla "notizia", dalla parte del più debole, dell’oppresso, delle "cause perse", lo ha reso un esempio di grande giornalismo. Lui non raccontava la cronaca del Libano, della Palestina, dell’Iraq dalla balconata di un albergo di lusso, come ci hanno abituati colleghi "prestigiosi", ma dalle strade, dalle case, dai campi profughi, dalla viva voce della gente.

Questo è il giornalismo che ci piace e che rende giustizia all’informazione.

La causa palestinese, come quella irachena o libanese, senza di lui perderanno un testimone coraggioso e coerente.

Cari colleghi, in nome della professione giornalistica, nonostante tutto ancora piena di potenzialità e di utilità per il genere umano, vi chiediamo di portare avanti il lavoro di Stefano.

Non lasciateci soli. Non lasciate soli i vostri colleghi che, come Stefano, non si fanno spaventare dalle vecchie e nuove prepotenze.

Non abbandonate migliaia e migliaia di lettori italiani e stranieri che vogliono "i fatti" e non le chiacchiere e che hanno sete di verità.

La Redazione di Infopal.it

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