L’ex premier britannico: gli ufficiali israeliani presero parte alla decisione di invadere l’Iraq

Saed Bannoura – Imemc

20 febbraio

Nell’ambito delle recenti testimonianze rilasciate al Comitato Britannico che indaga sulla guerra in Iraq, l’ex Primo Ministro britannico Tony Blair ha ammesso che gli ufficiali israeliani influenzarono e parteciparono attivamente alla decisione statunitense e britannica di attaccare l’Iraq nel 2003. Nella stessa testimonianza, Blair ha parlato di un incontro avvenuto in Texas nel 2002 con il Presidente americano George Bush descrivendo il fatto come segue: “Per quanto mi ricordi, la discussione non aveva molto a che fare con la questione irachena, quanto piuttosto con il Medio Oriente, perché la questione isareliana era di maggiore portata all’epoca. Infatti, se non ricordo male, in quell’incontro, abbiamo avuto anche conversazioni con gli stessi israeliani. La loro questione era centrale”.

Dopo le ammissioni di Blair, il Professor Steven Walt, co-autore del libro 'The Israel Lobby', ha scritto un contro-articolo decrivendo come lui, insieme al co-autore John Mearsheimer, furono attaccati dai media americani e dalle lobby sioniste quando, nel 2003, svelarono le stesse verità. Oggi Walt dichiara di sentirsi vendicato dopo che Tony Blair in persona ha ammesso in pubblico l’esistenza dell’influenza israeliana – dettata dagli interessi strategici che Israele ha nella regione, e degli ufficiali israeliani in persona – sull’invasione eseguita materialmente da USA, Gran Btretagna e da altri eserciti.  

Walt ha affermato: “Il Professor Mearsheimer ed io stesso chiarimmo nel nostro articolo, e soprattutto nel nostro libro, che l’idea di invadere l’Iraq fu originata dagli USA insieme ai neoconservatori, e non dal governo israeliano… Specificammo inoltre che il Primo Ministro di allora, Ariel Sharon, ed altri ufficiali israeliani fossero inizialmente scettici riguardo a tale progetto. Essi piuttosto preferivano che gli USA avessero puntato sull’Iran e non sull’Iraq. In ogni caso, essi divennero presto sostenitori dell’invasione dell’Iraq dopo aver ricevuto assicurazione da Bush sul fatto che l’Iraq non fosse altro che una prima fase di una campagna “di trasformazione della regione” ben più ampia della quale con tutta probabilità faceva parte anche l’obiettivo Iran.  

In quei giorni, i due professori di Harvard furono attaccati da numerosi leader ebrei di rilievo negli USA, che accusarono entrambi di “antisemitismo” per le loro “ridicole” affermaziomi secondo le quali ufficiali israeliani avrebbero avuto un certo impatto sulla decisione statunitense e britannica di attaccare l’Iraq.

Nel suo recente contro-articolo, il professor Walt rimarca il fatto che gli attacchi contro di lui e contro il professor Mearsheimer ebbero luogo nonostante altri membri di organizzazioni ebraiche e scrittori negli USA avessero scritto e rilasciato simili dichiarazioni. Ricorda un servizio della rivista ebraica “Forward”, publicato nel 2004, in cui si affermava: “Nel momento un cui il Presidente Bush ha tentato di svendere la guerra… in Iraq, le più importanti organizzazioni ebraiche d’America si sono attivate in sua difesa. In varie dichiarazioni, leader della comunità hanno puntato sulla necessità di liberare il mondo da Saddam Hussein e dalle sue armi di distruzione di massa. Altri gruppi si sono spinti oltre affermando che la rimozione della leadership irachena sarebbe stato un passo decisivo per la pace in Medio Oriente e per il  trionfo della guerra americana contro il terrorismo”.

Il servizio conteneva pure affermazioni del tipo “l’importanza della sicurezza – rivendicata di diritto – di Israele è un prodotto dei gruppi ebraici più influenti”.

Tuttavia, ad oggi, nessuna scusa è stata rilasciata ai professori Walt e Mearsheimer da nessun gruppo o persona che all’epoca li attaccarono e questo non è avvenuto nemmeno dopo le recenti ammissioni dell’ex Primo ministro britannico, Tony Blair, che dichiara come le asserzioni di Walt e Mearsheimer corrispondevano alla realtà.

(Traduzione per Infopal a cura di Elisa Gennaro)

 

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