L’Fplp chiede la sospensione della cooperazione tra l’Anp e Israele in materia di sicurezza

Ramallah-InfoPal. Il Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp) ha reso noto che il continuo coordinamento con gli israeliani, in materia di sicurezza, impedisce il raggiungimento della riconciliazione nazionale palestinese, soprattutto perché uno degli effetti principali di questa cooperazione sono gli arresti a sfondo politico, che rappresentano “un attentato contro il tessuto nazionale e sociale palestinese”, e “servono solo all’occupazione”.

In un comunicato stampa, il Fronte ha reso noto che gli arresti politici “sono in contrasto con i valori e il patrimonio morale del popolo palestinese”, chiedendo “il rilascio dei detenuti politici dalle carceri palestinesi e la protezione dei diritti del cittadino, e in particolare, il suo sacro diritto di resistere all’occupazione”.

L’Fplp ha sottolineato l’importanza di “sospendere ogni forma di coordinamento in materia di sicurezza con Israele, e cancellare gli obblighi derivanti dalla convenzione di Oslo, al fine raggiungere l’unità nazionale e porre fine alla divisione, cui gli arresti politici sono stati una causa principale”.

Il Fronte ha anche invitato a “dare credibilità alla risoluzione dell’Onu, che ha promosso la Palestina ad uno Stato non membro, modificando le funzioni dell’Autorità nazionale (Anp), e attuando la sovranità dello Stato palestinese sul proprio territorio”.

L’Fplp ha esortato la Commissione per la riconciliazione nazionale ad assolvere al proprio ruolo e porre fine agli arresti politici e preservare le libertà civili, affermando che “gli eventi spiacevoli accaduti durante gli anni della divisione potrebbero ripercuotersi sull’unità del popolo palestinese e sulla sua lotta”.

Il comunicato dell’Fplp è stato diramato in occasione del 11° anniversario dell’arresto di Ahmed Saadat, segretario generale del Fronte, avvenuto a Ramallah il 15 gennaio del 2002 per mano dei servizi di sicurezza dell’Anp. Saadat fu successivamente sequestrato dal carcere di Gerico, dalle forze di occupazione, e condannato da un tribunale militare israeliano a trenta’anni di carcere, con l’accusa di aver pianificato e attuato l’assassinio del ministro israeliano Rehavam Zeevi, per vendicare a sua volta quello dell’ex segretario generale dell’Fplp Abu Ali Mustafa, ucciso dall’esercito israeliano.