Liberati i soldati rapiti nel Sinai: riaperto il valico di Rafah

APphoto_Mideast EgyptIl Cairo – Ma’an e InfoPal. Mercoledì 23 maggio sono stati liberati i poliziotti e i soldati egiziani rapiti nel Sinai.

Il presidente egiziano Mohammed Mursi ha giurato di portare gli autori del rapimento di fronte alla giustizia e ha rivolto un appello ai residenti della penisola senza legge di deporre le armi.

Appena scesi dall’aereo che li ha portati nella capitale, Il Cairo, i tre poliziotti e i quattro soldati liberati hanno salutato e abbracciato Mursi, durante una cerimonia a cui hanno partecipato decine di dirigenti di spicco.

Il portavoce della presidenza, Ihab Fahmy, durante una conferenza stampa svoltasi più tardi, ha riferito che “non ci sono state né concessioni né negoziazioni per il rilascio degli ostaggi”.

Un portavoce militare, Ahmed Aly, ha affermato che “un’importante ragione dietro al successo dell’operazione è stato un piano di intelligence militare, uno stratagemma strategico e il controllo dei media”.

L’Intelligence “ha deliberatamente mandato in onda report contrastanti sulle operazioni militari in corso nel Sinai, in modo da confondere i rapitori”, secondo quanto ha riportato l’agenzia stampa ufficiale MENA, riferendo le parole dell’ufficiale.

Ma una fonte beduina vicina agli scambi intercorsi tra i mediatori tribali e i rapitori ha dichiarato che gli ostaggi sono stati liberati dopo che i sequestratori hanno ricevuto garanzie che non saranno perseguiti. 

Subito dopo la notizia del rilascio, il valico di Rafah è stato riaperto in entrambe le direzioni, egiziana e palestinese. Era rimasto chiuso per cinque giorni, su azione della polizia egiziana, infuriata per il rapimento dei colleghi.

 

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