Lieberman: B’Tselem e Breaking the silence, “Traditori”

lieberman2pnnImemcVenerdì, il leader del partito Yisrael Beitenu, Avigdor Lieberman, ha definito le organizzazioni per i diritti umani B’Tselem e Breaking the Silence “traditori”, affermando che questi gruppi sono finanziati dagli stessi soggetti che sovvenzionano Hamas.

Secondo la rete di informazioni palestinese PNN, in un’intervista rilasciata a un canale israeliano, venerdì 15 gennaio, il leader del partito di destra ha affermato: “Per quanto mi riguarda, queste associazioni non esercitano libertà di espressione – è avidità. Non sono diversi da Ehud Adiv o Mordechai Vanunu – sono dei traditori”.

Ehud Adiv fu condannato per tradimento nel 1970 dopo essersi recato a Damasco, in Siria, per incontrare i membri dell’OLP, mentre Mordechai Vanunu fu condannato per lo stesso reato per aver rivelato alla stampa britannica segreti sul nucleare.

Secondo i media israeliani, le dichiarazioni di Lieberman giungono nel mezzo di un crescente dibattito riguardante una legge proposta dal ministro della Giustizia israeliano, Avelet Shaked, del partito di estrema destra Jewish Home, che richiede alle organizzazioni non-governative di dichiarare pubblicamente i finanziamenti che ricevono da governi esteri.

Nato in Moldavia, Lieberman è tra gli unici ministri degli Esteri al mondo a non vivere nel territorio ufficialmente riconosciuto come suo paese. Sospettato, originariamente, di riciclaggio di denaro e corruzione, Lieberman fu formalmente incriminato nel dicembre del 2012, per accuse minori di frode e abuso di fiducia.

Poco tempo fa, il suo partito è stato al centro di un’indagine di corruzione in seno agli schieramenti politici israeliani, e più di recente, Lieberman è stato vittima di un attentato.

La cosiddetta Legge della Trasparenza delle ONG prevede che tutti i gruppi israeliani che ricevono la metà o più della metà del loro budget da governi esteri – fatto che avvieneper molti partiti di sinistra ma pochi di destra – rivelino i loro finanziatori esteri.

“Con tutta la nostra volontà di rimanere politicamente corretti, ci sono cose che vanno dette così come sono. Esiste un flusso di denaro proveniente dalle istituzioni più ostili a Israele. Non solo l’Unione Europa, non solo gli Stati. Anche quelle stesse fondazioni che finanziano Hamas, finanziano B’Tselem e Breaking the Silence”, ha aggiunto Lieberman.

Inoltre, all’inizio di questa settimana, un membro della Knesset ha presentato un disegno di legge volto a trasformare in organizzazione illegale Breaking the Silence, descritta come un’“organizzazione sovversiva, che agisce per cambiare la politica israeliana con metodi non democratici ed esercitando pressione internazionale, danneggiando in tal modo Israele”.

Dall’altra parte, viste le numerose critiche ricevute dai media israeliani, ex soldati israeliani di Breaking the Silence, nelle ultime settimane, hanno affermato che loro intento è solo quello di mostrare la realtà delle azioni militari israeliane nei Territori Palestinesi Occupati.

Il gruppo ha aggiunto che la sua missione è essenziale per far cessare la violenza nella regione, contribuendo a porre fine all’occupazione militare dei territori occupati. Membri dell’organizzazione tentano di sensibilizzare l’opinione pubblica israeliana su tematiche non trattate dai media israeliani, e che quindi non sono rese note.

La scorsa settimana, un incendio è scoppiato alla sede di B’Tselem, a Gerusalemme. All’interno dell’edificio non vi erano membri dell’associazione ma i dipendenti degli altri piani hanno dovuto essere evacuati dai vigili del fuoco.

Il Centro israeliano di Informazioni per i diritti umani nei Territori Occupati, B’Tselem, cerca di documentare e istruire il pubblico e i politici israeliani in merito alle violazioni dei diritti umani commesse nei Territori Palestinesi Occupati, contrastare il fenomeno della negazione diffuso tra gli israeliani, e contribuire a creare una cultura sui diritti umani in Israele.

Secondo il suo sito web, B’Tselem agisce principalmente per cambiare la politica israeliana nei Territori Palestinesi Occupati e garantire che il suo governo, che presiede i Territori Occupati, tuteli i diritti umani dei locali e rispetti gli obblighi previsti dal diritto internazionale.

Traduzione di Patrizia Stellato