Lieberman: ci opporremo al congelamento delle costruzioni negli insediamenti

Betlemme-Ma’an. A poche ore dalla riunione del Knesset, che dovrebbe votare la fiducia al governo di Netanyahu, e alla vigilia della visita del presidente Usa nella regione, Avigdor Lieberman, capo del partito Yisrael Beiteinu, ha ribadito l’opposizione del suo partito a qualsiasi decisione di congelare la costruzione negli insediamenti israeliani.

Le dichiarazioni di Lieberman sono giunte a margine di una conferenza stampa tenuta lunedì 18 marzo. Secondo quanto pubblicato dal quotidiano ebraico Yediot Ahronot, egli ha confermato la posizione del suo partito, cioè il rifiuto di qualsiasi programma politico che comprenda il congelamento delle costruzioni negli insediamenti, spiegando che “tale questione è stata già decisa e concordata con il Likud al momento di formare la coalizione”.

Lieberman ha aggiunto: “Dopo aver dato il nostro consenso alla decisione di congelare la costruzione degli insediamenti per 10 mesi, e constatando che alla scadenza di tale data nessun progresso nel processo di pace è stato raggiunto, ho annunciato il mio categorico rifiuto al ritorno di tale politica. Il partito non lo accetterà più e si opporrà a qualsiasi tentativo di ritornare alla politica dei congelamenti”.

Lieberman ha sottolineato il ruolo del nuovo governo israeliano, cui sforzi dovrebbe essere “indirizzati a risolvere le questioni interne israeliane, anziché tornare a proporre soluzioni politiche provate precedentemente”. Ribadendo che una soluzione del conflitto israelo-palestinese non esiste, egli ha dichiarato: “Coloro che credono in una soluzione vivono in uno stato di negazione del sé, non esiste alcuna soluzione al dilemma palestinese e posso dire onestamente che non ci sarà alcun progresso. Basti guardare indietro di quattro anni e vedere come era la situazione sul versante palestinese, per constatare che non vi è stato alcun cambiamento. Dunque una soluzione definitiva alla questione palestinese non esiste, possiamo solo gestire questo conflitto ma non risolverlo”.