Gaza – InfoPal. Un nuovo allarme per i tagli all’elettricità nella Striscia di Gaza assediata, in particolare rispetto alle loro ripercussioni sui Diritti Umani dei palestinesi di Gaza, giunge dal al-Mezan.
Il Centro per i Diritti Umani palestinese ha recentemente divulgato un rapporto dal titolo “L’impatto delle interruzioni di corrente elettrica sui Diritti Umani a Gaza”.
Nel documento si alternano due principali filoni di cause alla base della crisi dei Diritti Umani: le continue aggressioni israeliane e le difficoltà sul campo; dalla manutenzione alla gestione del carburante.
Gli impianti elettrici di Gaza presentano seri problemi di natura tecnica, e i quotidiani attacchi israeliani su Gaza non danno tregua. Le strutture sono malmesse, i trasformatori e le reti elettriche sono distrutti, non esiste possibilità di fare le necessarie riparazioni, e resta arduo introdurre il carburante per il funzionamento della centrale elettrica di Gaza.
Tutto ciò costituisce un insieme di dati che al-Mezan definisce “oggettvi” ai quali aggiunge la deliberata politica distruttiva di Israele.
Non viene risparmiato nessun obiettivo civile, l’assedio piega la popolazione di Gaza dove, se va bene, la corrente elettrica viene tagliata per 6 ore consecutive al giorno. Altri giorni si arriva a vivere senza elettricità anche fino a 16 ore. E c’è preoccupazione con l’arrivo delle temperature estive.
Al-Mezan non manca di chiamare in causa pure le responsabilità della parte palestinese quando, nel proprio rapporto scrive: “Le divisioni politiche contribuiscono ad aggravare il problema del rifornimento di carburante. Sarebbe auspicabile neutralizzare certi settori dalle rispettive volontà o rivalità poliitiche”.
Alla comunità internazionale ricorda che dovrebbe mettere in atto i propri strumenti legali perché a Gaza non si consumi più la lunga punizione collettiva voluta dallo Stato di Israele.
L’impatto che al-Mezan espone nelle conclusioni è quello sulla vita dei cittadinanza di Gaza, sui Diritti Umani, quelli economici e quelli socio-culturali.
Se i cittadini di Gaza non hanno accesso ai servizi di base, allora saranno compromessi alla base i Diritti umani fondamentali: il diritto alla salute, all’alimentazione, all’istruzione, insieme ai vari diritti socio-economici da essi derivanti.
La produzione e l’economia locale in generale hanno subito una battuta d’arresto a Gaza. La crescita della popolazione, lo sviluppo urbano e le aspettative per il futuro devono essere garantiti a Gaza come avviene nel resto del mondo.
Bisogna risparmiare la popolazione di Gaza da sofferenze e perdite gratuite”.