L’inutile tirannia del Covid Pass in Italia

Spectator.co.uk. Mentre la maggior parte dei paesi europei, in particolare la Gran Bretagna, stanno allentando le loro restrizioni Covid, l’Italia, che ha già le misure più difficili di tutti, questa settimana (26/2, ndr) le ha rese ancora più dure, anche se i dati dimostrano che si tratta di misure inutili.

Forse perché l’Italia è un paese nel quale indovini e guaritori costituiscono un’industria multimiliardaria e che ha il regime del passaporto vaccinale più draconiano d’Europa. Fatto sta che la psicosi di massa acceca i politici e le persone di fronte alla verità.

Nel Regno Unito, le false affermazioni dei consulenti scientifici del governo sulla necessità e sui vantaggi dei lockdown sono state alla fine smentite, in modo più che convincente, e The Spectator ha svolto un ruolo importante in questo processo. È arrivato il momento in cui anche le analoghe false affermazioni sui passaporti vaccinali vengano sfatate.

Non ci può essere posto migliore dell’Italia per avviare questo processo di demistificazione.

Quando è stato introdotto lo scorso agosto, la giustificazione utilizzata per instaurare il regime del Covid Pass italiano – chiamato Green Pass – era che avrebbe aumentato la copertura del vaccino, creato spazi sicuri per i vaccinati e quindi ridotto i casi di Covid, i ricoveri e i decessi. Non ha fatto nessuna di queste cose.

Infatti il regime è diventato via via sempre più drastico. I non vaccinati sono stati ben presto banditi da quasi tutti gli spazi pubblici e dai trasporti pubblici, e persino dal lavoro, a meno che non avessero avuto il Covid negli ultimi sei mesi, o pagato 15€ per un test Covid da effettuare ogni 48 ore.

Salutato come un enorme successo, quasi con fervore religioso, dal governo di unità nazionale italiano guidato dal premier non eletto ed ex-banchiere centrale dell’UE Mario Draghi, il Green Pass, in realtà, non è stato altro che un esercizio di inutile tirannia.

Eppure, nonostante tutto ciò, a dicembre il governo Draghi ha introdotto il Super Green Pass che ha reso il regime ancora più tirannico, con la vaccinazione ora obbligatoria per tutti sui mezzi pubblici e in molti spazi pubblici come ristoranti e bar – anche all’esterno – e saloni di parrucchieri e stadi sportivi, a meno che non abbiano avuto il Covid negli ultimi sei mesi. Annullato, inoltre, il diritto dei non vaccinati ad effettuare il test da 15€ ogni 48 ore per potervi accedere.

E questa settimana, con il tasso dei contagi in forte calo, la vaccinazione obbligatoria è stata estesa agli over 50 anche in tutti i luoghi di lavoro. La vaccinazione era già obbligatoria sul lavoro per gli operatori sanitari e di emergenza e per gli insegnanti. Ma d’ora in poi, nessuna persona non vaccinata di età superiore ai 50 anni, che non abbia avuto il Covid negli ultimi sei mesi, potrà recarsi al lavoro. Se lo faranno, loro ed il loro datore di lavoro rischiano multe da  600 a 1.500 Euro. Finora, potevano ancora andare al lavoro se facevano il test Covid da 15€ ogni due giorni o se avevano avuto il Covid negli ultimi sei mesi. Ci sono 500.000 italiani non vaccinati di età superiore ai 50 anni che lavorano e che da ora saranno sospesi senza stipendio – secondo la stampa italiana – a meno che non gettino la spugna e si sottopongano alla vaccinazione.

Naturalmente, né il non eletto Draghi né nessun altro nella sua coalizione pluripartitica ammetterà mai che quello che strombazzano come il loro risultato più clamoroso è, in realtà, un fallimento. Né i media italiani che hanno seguito così supinamente la linea del governo, né gli stessi italiani – tre quarti dei quali, secondo i sondaggi, sostengono il Green Pass. Tutti quanti non possono permettersi di perdere la faccia adesso.

Che la loro ossessiva convinzione sulle meraviglie del Green Pass sia una totale sciocchezza è chiaro da un confronto dei dati tra l’Italia e la Gran Bretagna che, al contrario, non ha avuto alcuna forma di passaporto vaccinale.

Italia e Gran Bretagna hanno popolazioni simili, rispettivamente con 59 milioni e 69 milioni di persone.

Oggi, dopo quasi sette mesi di regime del passaporto vaccinale che vige in Italia, il numero di persone non vaccinate nei due paesi rimane più o meno lo stesso. In Italia, l’88,9% degli over 12 è completamente vaccinato, rispetto all’84,9% della Gran Bretagna.

A gennaio c’erano ancora 5,9 milioni di italiani non vaccinati di età superiore ai 12 anni, ancora una volta un numero simile a quello della Gran Bretagna.

La lezione è chiara: come mostra la Gran Bretagna, la stragrande maggioranza delle persone ha scelto di farsi vaccinare di propria spontanea volontà e non ha avuto bisogno di essere obbligata a farlo dallo stato. E in effetti, costringere le persone a farlo – come mostra l’Italia – non funziona.

Ciò che conta di più, ovviamente, è il numero delle vittime. Ma anche qui il Green Pass e il Super Green Pass hanno avuto poco effetto. In effetti, creando un senso di falsa fiducia tra i vaccinati, potrebbero invece aver contribuito a peggiorare le cose. E, in ogni caso, hanno fallito.

Se avessero funzionato, i tassi di contagio dell’Italia sarebbero stati di gran lunga inferiori a quelli della Gran Bretagna. Eppure, dall’inizio dell’ultima grande ondata sombrero di dicembre causata dalla variante Omicron, l’Italia ha avuto un numero di infezioni da Covid molto simile alla Gran Bretagna che non ha adottato il Green pass.

La spiegazione, quindi, è che, a prescindere da tutti questi passaporti vaccinali, gli italiani vaccinati si infettano a vicenda.

Dal 1° dicembre – quando la variante Delta stava per finire e la variante Omicron era in arrivo – sono stati più di sette milioni i casi di Covid, sia in Italia che in Gran Bretagna.

In Italia, nel corso dell’ultimo mese, il 70% delle infezioni da Covid si sono sviluppate in persone parzialmente o completamente vaccinate. E’ vero che, in proporzione, sono poche le persone vaccinate che prendono il Covid e che finiscono in ospedale, o muoiono, ma sono comunque ancora tante. In Italia, da dicembre, circa la metà dei ricoveri Covid ed oltre la metà dei decessi Covid sono state persone vaccinate parzialmente o totalmente.

Per aggiungere la beffa al danno, l’Italia ha avuto anche molti più decessi per Covid rispetto alla Gran Bretagna dal 1° dicembre.

In Italia, dal 1° dicembre, ci sono stati 18.000 decessi Covid, rispetto ai 15.000 decessi Covid in Gran Bretagna. Si tratta di una differenza enorme.

Eppure i politici, i giornalisti e la maggior parte degli stessi italiani continuano a credere che il Green Pass, ora trasformato in Super Green Pass, sia l’unica soluzione.

L’Italia non ha un Primo Ministro eletto dal 2011, eletto nel senso che il Primo Ministro è il leader di una coalizione o di un partito che ha vinto le elezioni generali. Tuttavia, non è la natura antidemocratica dei governi italiani a spiegare il regime del passaporto vaccinale, ma la natura dittatoriale degli italiani. Ironia della sorte, l’unico grande partito ad opporsi al regime è il post-fascista Fratelli d’Italia.

Quasi incredibilmente, la scorsa settimana un giornalista ha avuto il coraggio di interrogare il professor Walter Ricciardi, consigliere scientifico Covid del ministro della Salute, su questo paragone tra Italia e Gran Bretagna, durante un importante talk show politico televisivo.

Il professore – un equivalente italiano del britannico professore Neil Ferguson – stava blaterando su come il passaporto vaccinale garantisca la libertà quando un giornalista presente gli ha chiesto perché fosse necessario quando paesi come Gran Bretagna e Spagna non hanno nulla del genere e tuttavia hanno avuto una mortalità inferiore.

Infatti, secondo i dati della John Hopkins University, l’Italia ha avuto 252,55 morti ogni 100.000 abitanti mentre la Gran Bretagna ne ha avuti 240,57.

Il prof. Ricciardi – che ha accusato il giornalista di fare affermazioni “prive di ogni fondamento scientifico” – ha ribattuto: “L’Inghilterra calcola i decessi in modo completamente diverso da noi – se li calcolasse allo stesso modo, risulterebbero il doppio. Ne dichiara circa 150.000 ma sono 300.000”.

E’ una stupidaggine! In realtà, la Gran Bretagna richiede solo che il defunto sia risultato positivo negli ultimi 28 giorni della sua vita, il che semmai porta ad un aumento del bilancio delle vittime. Ma in Italia le linee guida del servizio sanitario affermano: “Non basta il test positivo al Sars-Cov-2 per considerare la morte causata dal Covid-19”.

Il professore ha continuato affermando che gli inglesi (gli italiani insistono sempre che la Gran Bretagna è Inghilterra) si sono rifiutati di imparare dall’Italia e di conseguenza i “numeri di morti e casi” dell‘Inghilterra sono “enormemente maggiori dei nostri”. Una sciocchezza, di nuovo. Ha concluso dicendo che l’NHS (Servizio Sanitario Pubblico britannico) è talmente pessimo che per la chirurgia dell’anca vi “è un’attesa di dieci anni”. Questo, se non altro, probabilmente è vero.

Traduzione per InfoPal di Aisha T. Bravi