L’IOA sfolla famiglia gerosolimitana dopo averne raso al suolo la casa Silwan

Gerusalemme/al-Quds-PIC e Quds Press. Martedì pomeriggio l’autorità di occupazione israeliana (IOA) ha demolito il condominio a due piani della famiglia al-Rajabi, nel distretto di Silwan, a Gerusalemme est, tra le grida di protesta dei cittadini palestinesi.

Secondo fonti locali, bulldozer scortati da un gran numero di forze di polizia hanno preso d’assalto il quartiere di Ein Luza a Silwan, hanno transennato l’area in cui si trovava l’edificio e hanno iniziato ad abbatterlo.

La polizia ha anche rimosso con la forza dall’edificio i membri della famiglia, prima che il bulldozer eseguisse la demolizione, e si è scontrata con i palestinesi nell’area.

Il provvedimento di demolizione ha portato allo sfollamento di 30 persone, compresi bambini, dalla famiglia al-Rajabi.

Pochi giorni fa, il comune israeliano nella città santa occupata ha notificato alla famiglia l’intenzione di demolire l’edificio, che conteneva cinque appartamenti, con il pretesto della costruzione abusiva.

I gerosolimitani non hanno altra scelta che costruire senza licenza perché non ci sono mappe strutturali che rispondano al naturale aumento del loro numero.

L’IOA impone anche restrizioni edilizie ai nativi palestinesi a Gerusalemme e rende difficile per loro ottenere licenze di costruzione.

Si ritiene che la sistematica demolizione, da parte di Israele, delle case palestinesi nella Gerusalemme occupata abbia lo scopo di distruggere psicologicamente le famiglie gerosolimitane nel tentativo di costringerle a trasferirsi dalla città santa.