PressTv. Lunedì 9 settembre 2013, durante un incontro a Mosca tra il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e il suo omologo siriano Walid Muallem, la Russia ha proposto che la Siria metta le proprie armi chimiche sotto il controllo delle Nazioni Unite. La Siria ha “accolto la proposta”.
L’Iran ha accolto la proposta russa sulla Siria di mettere sotto il controllo internazionale le proprie riserve chimiche, al fine di evitare la “militarizzazione della regione”.
“L’Iran considera la proposta di questa iniziativa all’interno del contesto di un’interruzione della militarizzazione nella regione”, ha detto martedì Marziyeh Afkham, la portavoce del ministro degli Esteri iraniano, durante la settimanale conferenza stampa ministeriale.
La proposta, che è stata “accolta”da Damasco, era stata fatta lunedì, durante un incontro a Mosca tra il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e il suo omologo siriano Walid Muallem.
L’iniziativa russa era arrivata poco dopo che il Segretario di Stato americano John Kerry aveva dichiarato ai giornalisti a Londra che l’unico modo per la Siria di evitare l’azione militare statunitense era quello di consegnare entro una settimana tutte le loro riserve di armi chimiche.
Gli Stati Uniti hanno basato la recente minaccia di colpire la Siria sulle accuse non comprovate che il governo siriano si trovasse dietro l’attacco chimico del 21 agosto 2013 a Damasco. Il governo siriano ha respinto categoricamente le accuse.
La Casa Bianca dice di non avere prove “inoppugnabili” dell’uso da parte del governo siriano di armi chimiche, e che solo una “forte prova di senso comune, indipendentemente dalle informazioni di intelligence” suggerisce che l’esercito siriano sia responsabile per l’attacco di agosto con il gas velenoso.
La portavoce del ministro degli Esteri iraniano ha riferito: “Ci opponiamo all’uso delle armi chimiche e vogliamo che vengano debellate dalla regione”.
La funzionaria iraniana ha anche espresso preoccupazione per il possesso di armi chimiche da parte dei gruppi terroristici in Siria e ha detto che “ogni iniziativa riguardante le armi chimiche deve includere anche l’intera schiera dei terroristi”.
Il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif ha detto lunedì che “sostanziali informazioni di intelligence” indicano che in Siria gli al-Takfir e altri gruppi estremistici sono in possesso di armi chimiche.
Anche un investigatore Onu aveva dichiarato in maggio che c’erano prove sostanziali del fatto che in Siria i militanti avessero usato il gas sarin in un attacco chimico precedente. Anche un’indagine russa indipendente era arrivata ad una conclusione simile.
Facendo riferimento ai contatti del ministro degli Esteri Mohammad Javad Zarif con i funzionari di numerose nazioni in proposito alla crisi siriana, la sua portavoce ha evidenziato che la Repubblica Islamica ha fatto della prevenzione della guerra la sua priorità e ha dichiarato la propria chiara posizione sulla questione.
“Ci opponiamo alla violenza, al terrorismo e all’estremismo, e crediamo che qualsiasi militarizzazione della regione renderebbe la situazione incontrollabile”, ha ribadito.
Riferendosi alle attuali preoccupazioni sullo scoppio della guerra, Afkham ha aggiunto che “la preoccupazione della Repubblica Islamica non è solo per un singolo paese, ma per l’intera regione”.
Ha poi rimarcato che tutti i paesi della regione “hanno la responsabilità di prevenire il militarismo, il verificarsi di una guerra e le ulteriori complicazioni della situazione”.
La funzionaria iraniana ha proseguito inveendo contro gli Stati Uniti per aver tentato di trasformare la loro red line “derivata da pressioni interne” in una red line per la comunità internazionale.
Ha anche descritto la cooperazione tra l’Iran e la Siria come “buona e costruttiva, basata su interessi comuni”.
Traduzione per InfoPal a cura di Elisa Proserpio