Abouna.org, 30 giugno 2015. Lo scorso 29 giugno il cosiddetto “Emirato di Beit al Maqdis” (Emirato di Gerusalemme) ha diffuso un secondo opuscolo, a qualche giorno di distanza dalla pubblicazione del primo nella zona di Beit Hanina, a nord di Gerusalemme. Nell’opuscolo viene ribadito l’intento di cacciare i cristiani dalle aree già menzionate nel primo, tutti “tranne coloro che abbracceranno all’Islam”.
Secondo un’agenzia locale palestinese “i cittadini ritengono che queste dichiarazioni sono state fatte dall’intelligence dell’occupazione israeliana, e non credono alla loro validità. Non c’è stata reazione invece da parte dell’Autorità nazionale palestinese, dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina e delle fazioni palestinesi, secondo le quali tali dichiarazioni non meritano reazioni né attenzioni perché tendenziose e probabilmente atte solo a causare discordia e divisione.
Giovedì 25 giugno il gruppo estremista ha minacciato di uccidere i Cristiani di Gerusalemme se non lasceranno la città prima dell’Eid Al Fitr (la festa che segna la fine del mese di Ramadan). Le zone che saranno “ripulite” dai cristiani sono “Beit Hanina e Shu’fat, fino ai quartieri della città vecchia di Gerusalemme e la Chiesa del Santo Sepolcro”.
Secondo quanto dichiarato dal Presidente palestinese Mahmoud Abbas l’opuscolo “è stato distribuito in zone che sono sotto il controllo israeliano”. In un’intervista esclusiva al canale “Al-Arabiya” il Presidente ha alluso a un possibile collegamento tra il Fronte di Al Nusra, impegnato in Siria, e Israele: “Come si può comprendere fino in fondo la situazione, quando si scopre che i membri di questo gruppo vengono trattati in Israele?”
Il vescovo greco-ortodosso di Sebastia, Attalla Hanna, ha dichiarato: “A tutti coloro che si classificano come ISIS, noi vogliamo dire che resteremo a Gerusalemme e in Palestina. Continueremo a essere i figli legittimi di questa Terra Santa, sia Cristiani che Musulmani, e non cederemo a pressioni o ricatti, a qualsiasi prezzo”. Secondo lui “queste dichiarazioni maligne e sospettose, dirette al popolo palestinese e rifiutate categoricamente, non si fermeranno”.
Ha poi proseguito: “Chiedo a coloro che diffondono queste dichiarazioni di smettere le loro azioni malvagie. Credete in Dio e in ogni essere umano da lui creato, musulmano o cristiano che sia”. Ha aggiunto “Pentitevi e riacquistate la ragione, perché state commettendo un grave crimine, innanzitutto contro la vostra stessa religione, e contro Gerusalemme e la vostra patria”. Si è rivolto a loro perché “le vostre parole serviranno solo a consolidare la nostra determinazione e aumentare la nostra unione e fratellanza”.
Il vescovo ha poi ribadito che “i cristiani sono portatori di pace, amore e fratellanza in questa terra. loro e i loro fratelli musulmani non abbandoneranno i loro valori morali e i loro principi. Se lo scopo di questa dichiarazione, come di tante altre, è creare una barriera tra musulmani e cristiani in questo territorio, noi rispondiamo dicendo che le nostre religioni non costruiscono muri per separare gli uomini dai propri fratelli, bensì ponti per instaurare rapporti di amore e fratellanza”.
Il vescovo ortodosso ha continuato “queste idee razziste sono destinate a svanire, perché basate sul falso. Non vi auguriamo il male, ma preghiamo il Signore di illuminare i vostri cuori e le vostre menti, affinché possiate pentirvi e tornare alla ragione”.
Ha concluso dicendo che “il dizionario cristiano non comprende il linguaggio della vendetta, dell’odio e del rancore. Il nostro Maestro (il Signore Gesù Cristo) ci esorta a far pentire e perdonare i peccatori”.
Traduzione di Giovanna Niro