L’Isis ripropone la strategia sionista

Memo. Di Fayez Rasheed. Ricordo come nei tardi anni Cinquanta (quando iniziavo a essere consapevole delle cose) e fino alla metà degli anni Sessanta i media ufficiali arabi descrivevano Israele. Immaginavamo Israele come un mostro soprannaturale, capace di compiere miracoli. Immaginavamo i nostri soldati come esseri umani straordinari, capaci di compiere tutte le missioni di combattimento, anche quelle impossibili. Certo, quella volta i media arabi erano impegnati a trasmettere la brutalità sionista, e ciò va bene, ma purtroppo ai media sfuggì un fatto importante. Non fu intenzionale, ma le capacità di Israele, e soprattutto dei suoi soldati, vennero amplificate, e ciò contribuì a creare una paura preconcetta nelle menti degli arabi, che ebbe un ruolo determinante nella sconfitta araba del 1967.
Quella volta vivevo nella mia città natale di Qalqilya, in Cisgiordania, e quando vedevamo gli israeliani e il loro esercito li vedevamo fondamentalmente come persone normali, come chiunque altro che era terrificato. La maggior parte dei soldati erano giovani uomini tra i venti e i trent’anni, che si guardavano costantemente attorno impauriti. Avevano paura persino dei sassi che gli si tirava vicino, anche se sapevano che non c’erano armi in Cisgiordania. La questione nella mente di tutti era: sono queste le persone che ci hanno sconfitti? Ci pensammo a lungo, fino a giungere a una risposta. Loro erano capaci di sconfiggerci non per i loro poteri sovrannaturali ma perché noi eravamo deboli e non eravamo pronti a combattere. Questo è uno dei fatti della nostra guerra con il nemico sionista.
Certo, i continui massacri commessi da Israele contribuì a creare il terrore verso Israele, e intensificò la paura degli arabi nei confronti dell’esercito israeliano. Ma c’è una grande differenza tra la criminalità e la brutalità come caratteristiche di uno stato e dei suoi coloni, e le capacità di combattimento dei soldati israeliani.
La brutalità e i massacri sono due caratteristiche che assicurano l’esistenza dei sionisti, ma, allo stesso momento, sono l’arma dei deboli. Usano i crimini e i massacri per giustificare la loro debolezza.
Lo stato islamico (Isis) ripropone gli stessi metodi: il massacro della gente è diventato una caratteristica della sua esistenza e la paura amplificata che genera ne aiuta l’organizzazione. Ciò permette, inoltre, di ottenere più vittorie, sia vecchie che nuove. Si tratta di metodi completamente sionisti, e l’Isis ricorre ai massacri ogni volta che occupa regioni nuove, creando il terrore nel prossimo. Ciò spinge poi la gente ad abbandonare le proprie terre, producendo ulteriore senso di paura, e tali azioni copiano metodi e approcci sionisti.
La classe dirigente dei due fenomeni – di Israele e dell’Isis – è stata appoggiata dall’Occidente dall’inizio, Israele soprattutto dalla Gran Bretagna, nei primi tempi, e più tardi dagli Stati Uniti. Anche Al-Qa’ida e le sue derivazioni hanno avuto l’appoggio dell’Occidente.
Israele è stata fondata e creata nella nostra regione per motivi puramente di colonizzazione, per agire come stato ostile con una missione principale: l’attacco dei popoli e dei Paesi nella regione a livello storico, culturale e esistenziale. Questo stato ha una storia piena di massacri commessi contro i palestinesi e le nazioni arabe, ed è giunto al sabotaggio dell’unità sociale delle genti della stessa nazione impedendone l’incontro. Questo stato punta poi alla frammentazione dei Paesi della regione in mini-stati contrapposti e in conflitto a livello settario, etnico e dottrinale, e cerca di fondare un proprio, grande stato in gran parte del mondo arabo. Questi sono gli stessi obiettivi che gli Usa hanno fornito all’Isis, confermati dall’ex-segretario di Stato Hillary Clinton nella sua recente biografia, suscitando un putiferio.
E’ vero che i metodi di uccisione adottati dell’Isis sono disgustosi, orrendi e disumani, ma Israele compie i medesimi omicidi, pur utilizzando metodi differenti, e su larga scala. Israele sorpassa l’Isis nel numero di persone che uccide. Israele uccide anche i bambini di appena pochi mesi di vita demolendo le abitazioni nelle quali loro si trovano. L’Isis non uccide i bambini, ma di certo non lo sto difendendo. Oltre a ciò, l’Isis disperde le popolazioni, come fa e ha fatto Israele con i palestinesi.
L’Isis impara dal mentore sionista a causare conflitti settari, dottrinali e etnici nel mondo arabo.
Per ciò le Nazioni Unite hanno deciso di considerare il sionismo una forma di discriminazione e di apartheid, nonostante gli Stati Uniti abbiano fatto pressione su molti Paesi per la cancellazione di tale risoluzione dopo il crollo dell’Unione Sovietica e dei Paesi socialisti, per dar vita a un mondo mono-polare. Ma la cancellazione di tale risoluzione non sgombera il campo dal nucleo della risoluzione stessa, dalle sue implicazioni o dalle sue applicazioni. Molti Paesi dell’America latina considerano Israele uno stato terrorista dal recente attacco su Gaza. Alla fine, l’omicidio è omicidio, e «scuoiare una pecora non fa male dopo che è stata ammazzata», che è ciò che sta facendo l’Isis in modo innovativo, sotto copertura dell’Islam, che però condanna tali azioni.
Dall’inizio dell’attacco sionista su Gaza, le organizzazioni che si definiscono «jihadiste», come l’Isis, il Fronte An-Nusra e altre, avrebbero dovuto abbandonare la battaglia ingiusta in molti Paesi e fronti arabi, e puntare le loro armi sul nemico sionista. Secondo l’Islam, l’impegno contro Israele è una priorità assoluta, in quanto ha sequestrato terreno sacro islamico, ha ucciso persone palestinesi, civili e bambini, e ne ha demolito le abitazioni: è Israele il principale nemico dell’Islam. Però, invece di combattere la grande jihad contro il nemico nella nostra regione, queste organizzazioni continuano i loro piani di sabotaggio e distruzione in Iraq, Siria, Yemen, Libia, Tunisia e in altri Paesi ancora. La liberazione di Mosul, Niniveh, Raqqa, Kobani, Damasco e Arsal è più importante della liberazione di Gerusalemme e della moschea Al-Aqsa che si trova sotto minaccia di demolizione ed è quotidianamente soggetta ad attacchi e violazioni dei coloni?
L’Isis continua a distruggere e devastare l’unità popolare, continua a occupare regioni con lo scopo di causare dispute dottrinali, settarie e etniche al loro interno. Ma le società arabe hanno vissuto in armonia settaria, dottrinale, religiosa ed etnica per secoli. Non ci sono differenze tra un musulmano e un cristiano, un sunnita e uno sciita, un arabo e un non arabo; essi sono uguali nei loro rispettivi Paesi. Le religioni appartengono a Dio e il Paese appartiene a tutti. Uno dei piani più pericolosi messi in atto dall’Isis e dalle organizzazioni estremiste sue seguaci è la distruzione della coesistenza entro i Paesi arabi, che è un obiettivo sionista dalla fondazione di Israele.
E’ un fatto riconosciuto la facilitazione dell’immigrazione di iracheni e altri cristiani arabi e minoranze voluta dagli Stati Uniti verso Usa e altri Paesi europei e occidentali, al fine di migliorare la coordinazione statunitense con i Paesi interessati. Ad esempio, gli Stati Uniti hanno disperso i cristiani iracheni e hanno aiutato a uccidere intellettuali e studiosi iracheni di vari campi nel corso della loro diretta occupazione dell’Iraq, soprattutto coloro impegnati in campo scientifico, ed ora l’Isis sta facendo la stessa cosa con le minoranze, iniziando con la loro dispersione dalle loro regioni, preparandone l’immigrazione in occidente. Ciò è quanto stanno poi facendo l’Isis e i gruppi che lo appoggiano in Siria, nelle zone che essi controllano.
Questa è solo una goccia in un mare di fatti di cui purtroppo i media non si occupano, che accomuna lo stato sionista e i suoi studenti dell’Isis, ed altre simili organizzazioni estremiste che curano i propri feriti in Israele e organizzano le loro attività sulle alture del Golan, sotto gli occhi delle forze sioniste. Queste forze sioniste non impediscono che ciò accada, in base agli ordini ricevuti da Stati Uniti e loro alleati.
L’Isis e Israele sono due facce della stessa medaglia, e allora, come mai si pone tanta attenzione all’Isis mentre i massacri commessi dal nemico sionista passano inosservati? Troveremo presto una risposta, dopo gli avvenimenti che accadranno nel prossimo futuro.
Traduzione di Stefano Di Felice