
Roma – The Cradle. Il governo italiano ha informato i funzionari israeliani che non darà esecuzione ai mandati di arresto emessi dalla Corte penale internazionale (ICC) contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e l’ex-ministro della Difesa Yoav Gallant.
Secondo un articolo del Times of Israel pubblicato il 15 gennaio, il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani e il ministro della Giustizia Carlo Nordio hanno “assicurato” al ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar che Roma “ha ricevuto un parere legale secondo cui i capi di Stato, incluso Netanyahu, godono dell’immunità durante le visite in Italia, in base alla Convenzione di Vienna”.
La Corte penale internazionale ha emesso a novembre mandati di arresto contro Netanyahu e Gallant per crimini di guerra e contro l’umanità commessi a Gaza. Le accuse includono la morte per fame dei civili come metodo di guerra e la direzione intenzionale di attacchi contro la popolazione civile.
In quanto firmataria originaria dello Statuto di Roma del 1998, l’Italia ha l’obbligo, ai sensi dell’articolo 86, di cooperare pienamente con la Corte penale internazionale nelle sue indagini e azioni penali, compresa l’esecuzione delle richieste di arresto e consegna delle persone ricercate dalla Corte.
“L’arresto di Netanyahu è irrealizzabile, almeno finché sarà primo ministro”, ha dichiarato Tajani lo scorso anno dopo l’emissione dei mandati di arresto.
All’inizio di questa settimana, Roma ha subito le pressioni dei gruppi per i diritti umani per arrestare il generale maggiore israeliano Ghassan Alian, coordinatore delle attività governative nei territori (COGAT). In questo ruolo, Alian è responsabile della gestione dell’assedio di Gaza, compreso il taglio delle forniture di acqua, cibo e carburante a pochi giorni dall’inizio della guerra.
In Europa, solo i Paesi Bassi, l’Irlanda, il Belgio, la Spagna, l’Austria e la Slovenia hanno confermato la loro intenzione di rispettare lo Statuto di Roma e di applicare i mandati dell’ICC contro i leader israeliani.
La scorsa settimana, la Polonia ha annunciato che avrebbe “protetto” i funzionari israeliani da un possibile arresto per crimini di guerra durante la prossima visita di Netanyahu questo mese, per commemorare la liberazione di Auschwitz.
In risposta agli appelli globali affinché le nazioni arrestino le autorità e i soldati israeliani responsabili di crimini di guerra, l’esercito israeliano ha recentemente emesso nuove restrizioni contro la copertura mediatica dei soldati in servizio attivo, citando i “rischi legali” a cui vanno incontro.
Le nuove regole stabiliscono che i media che intervistano soldati con il grado di colonnello non possono mostrare i loro volti o i loro nomi completi, analogamente alle regole già esistenti per i piloti dell’aeronautica e i membri delle unità delle forze speciali, ha dichiarato l’8 gennaio il portavoce dell’esercito israeliano Nadav Shoshani ai giornalisti.
“Questa è la nostra nuova linea guida per proteggere i nostri soldati e assicurarci che siano al sicuro da questo tipo di incidenti ospitati da attivisti anti-israeliani in tutto il mondo”, ha spiegato.
Traduzione per InfoPal di F.L.