Lo sciopero della fame di massa dei prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane entra nel 16° giorno

-1511027492Gerusalemme PIC. È entrato nel 16° giorno lo sciopero della fame di massa messo in atto dai prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, allo scopo di attirare l’attenzione del mondo sulle rigide condizioni di vita che sono costretti a sopportare durante gli anni di reclusione. Il rifiuto di cibo sta causando a molti di loro un progressivo deperimento fisico.

Sono quasi 1700 i detenuti che hanno aderito allo sciopero collettivo iniziato nelle carceri israeliane a partire dal 17 aprile per protestare contro la violazione dei loro diritti basilari.

Dal 1967 a oggi,  23 scioperi della fame di massa sono stati organizzati nelle prigioni israeliane, l’ultimo dei quali risalente al 2014 e durato ben 63 giorni, al fine di protestare contro la detenzione amministrativa, senza nessun tipo di accusa e senza un regolare processo.

Circa 7000 palestinesi, di cui 57 donne, 300 bambini, 500 detenuti amministrativi e 1800 pazienti sono oggi trattenuti nelle carceri israeliane.

Nel frattempo, 7 civili palestinesi sono entrati nel loro terzo giorno di sciopero con un sit-in in tenda organizzato nella provincia centrale di Jenin. Due di loro, Shadi al-Derbi e Salah Abu al-Jahim, sono stati trasferiti in un ospedale dopo un improvviso problema di salute.

Nei giorni scorsi, tra i vari movimenti di protesta, numerosi sit-in in tenda, manifestazioni e campagne online sono stati organizzati dagli attivisti palestinesi, sia a livello nazionale che all’estero, in segno di solidarietà nei confronti degli scioperanti.

Una manifestazione è stata recentemente organizzata a Berlino, sotto la porta di Brandeburgo, per far sentire la propria voce riguardo la causa palestinese.

Altre manifestazioni di solidarietà si sono tenute nelle città svedesi di Malmo e Landskrona, in cui una petizione scritta per sollecitare istituzioni e portatori di interesse svedesi ad agire contro le violazioni israeliane dei diritti dei detenuti ha raccolto numerose firme.

La comunità palestinese di Bruxelles, in collaborazione con la Coalizione Europea per i Diritti dei Prigionieri Palestinesi e il Comitato per il Supporto della Democrazia in Tunisia, ha organizzato un raduno in sostegno degli scioperanti palestinesi.

Eventi simili si sono tenuti anche a Madrid e Parigi, nonché il molte altre metropoli europee.

Traduzione di Lorenzo D’Orazio