Scusatemi se comincio con il dire di avere pianto dentro leggendo le parole di Hamady Salman sulla prima pagina di Rinascita (che sarà puntualmente ignorata nelle rassegne-stampa dei media addomesticati) e osservando le foto di due delle centinaia di vittime innocenti già provocate dallisterismo bellico di quella proiezione Usa nel Medio Oriente che si chiama Stato dIsraele e che della matrice ha tutti i difetti e tutta la malvagità.
Agghiacciante la rapidità tra la minaccia e il fatto per levidente timore di lasciare scappare la preda!
Tempo fa ebbi a pubblicare su questo prezioso quotidiano un articolo dal titolo Lo Stato-gangster dIsraele. Mi pareva quasi di avere esagerato ma il susseguirsi incalzante di crimini, premeditati e commessi in nome della giustizia – anzi, del diritto di autodifesa – mi liberarono ben presto di ogni patema di coscienza. Era il tempo di Sharon, detto il macellaio di Beirut (oggi non più in condizione di nuocere), il grande provocatore dal passato cònsono alla statura dello statista che, ignorando gli elementi rudimentali del diritto, che vuole – e logicamente – la responsabilità personale, faceva abbattere per rappresaglia tutti gli edifici – sospetti fonti di origine degli attentatori-suicidi – con quanto cera dentro, se possibile, anche persone. E facile immaginare linfelicità mortale di chi si ritrova senza nemmeno un tetto. Ma così aveva sentenziato il massacratore di Sabra e Shatila.
Israele, che aveva già ignorato oltre cento delibere del Consiglio di Sicurezza dellOnu, collezionava esecuzioni extragiudiziali con la disinvoltura di una vera e propria associazione per delinquere.
Ero presente a Tripoli nel 1948 quando furono consumati due pogrom a danno di ebrei, promossi dalle autorità britanniche di occupazione, allora in concorrenza con quelle statunitensi per dare una prima risposta alla proclamazione dello Stato dIsraele: un inutile eccidio dinnocenti, riprovato da tutte le persone benpensanti, non era certo il modo più adeguato per esprimere dissenso per un vero atto di predazione territoriale. Ma in me – e chissà in quanti – quella mattanza umana, consumata da gente inconsapevole e manovrata da delinquenti del potere – fece leffetto di farci parteggiare per lebreo invasore. Io non ero stato – e non lo sono tuttora – antisemita e negli anni Cinquanta, quale fondatore e direttore di una rassegna internazionale, avrò il piacere di avere un corrispondente anche da Haifa, un tale Hocchauser-Armony, un ebreo tedesco, unico superstite di tutta una famiglia morta in un lager. Era il tempo dei Kibbutzin, che ci facevano pensare perfino ad uno Stato socialista. Ma in me cera ancora anche una certa ingenuità sentimentale, che dovetti scoprire scontrandomi sulla stampa anarchica con chi ne sapeva più di me.
Finché ho visto chiaro.
Con il pretesto di dare uno Stato alla diaspora ebraica, limperialismo Usa piantò un cuneo nel cuore del Medio Oriente mentre il Nordamerica avrebbe potuto benissimo ospitare tutti gli ebrei del mondo, creando oggi il 51mo Stato dellUnione e non ci avrebbe perso perché lebreo, proprio per effetto del ritrovarsi estraneo, ha sviluppato in modo eccellente la capacità di adattamento e di uso del capitalismo. Non nascondo di avere anche pensato che laccettazione del fatto compiuto avrebbe potuto essere una soluzione di pace anche per i palestinesi. Forse lhanno pensato molti cittadini del nuovo Stato, attirati con la promessa demagogica di ritrovarsi in una specie di paradiso terrestre e chissà anche semplici abitanti della residua Palestina. Ma unattenta analisi del fenomeno dà ragione a coloro che si ostinano a non riconoscerne lesistenza.
Sta di fatto che sin dapprincipio loperazione rientro nella terra dorigine dopo circa 1800 anni di assenza (sic), è stata condotta in maniera subdola e, potremmo aggiungere, mafiosa: si pensi ad un boss che dice: ci sono e ci resto!. Lassenso dellOnu, da tempo strumento dei compari Usa e Gran Bretagna – nonostante la Francia, la Cina e la stessa Urss – consolidò lequivoco e pose le basi per il peggio, che si è susseguito fino ai nostri giorni.
Il mondo arabo non ha tutti i torti di non accettare in casa propria la presenza di un tentacolo della Casa Bianca, divenuto già la terza potenza militare del mondo. Ho alfine imparato a distinguere il popolo di Talmud, che si ritiene leletto di Dio ma che è tuttavia rispettabile – dallo Stato ebraico, che è un vero e proprio strumento di penetrazione, di controllo e di intimidazione nel mondo del Corano. Molto significativa la colonizzazione extrastatale della striscia di Gaza. Senza alcun dubbio gli israeliani hanno bonificato del deserto e creato condizioni di vita civile allavanguardia della tecnologia, ma in terra nordamericana – non fossaltro perché circondati da amici – avrebbero potuto fare anche di più.
In ogni caso, gli israeliani non hanno saputo avere quel garbo che ci vuole quando ci si trova in casa altrui, ma lhanno fatto subito da padroni. E se i popoli confinanti li avessero accettati, oggi sarebbero ugualmente il gendarme superarmato al servizio di un impero che vuole depredare tutti i territori ricchi di potenziale energetico e piegare con la forza i legittimi detentori. A tal fine ha creato il pretesto dell 11 settembre, ovvero del terrorismo e della guerra infinita agli Stati-canaglia.
I crimini di questi giorni hanno superato sé stessi. Con il pretesto di uno o due pretesi prigionieri israeliani (se vero, secondo alcuni erano degli infiltrati!) da parte di pretesi terroristi, gli aerei e i cannoni di Israele hanno cominciato a sparare nel mucchio, proprio come vuole la logica del terrorismo di Stato e nello stesso tempo in cui migliaia di prigionieri arabi – pare anche donne e bambini – languono nelle carceri dell unica democrazia (sic) del Medio Oriente nel quasi totale irrispetto del diritto. Grazie alla vergognosa acquiescenza europea gli aggrediti passano per aggressori, anzi per terroristi. E certamente questa la circostanza più triste: quella di una nascente Unione Europea, che si rende complice di cotanto scempio non sappiamo se anche in nome delle pretese ridicole radici cristiane, che potrebbero significare rigurgiti inquisitoriali e antislamici. Sta di fatto che la gente del Libano non ha avuto nemmeno il tempo di recarsi nei rifugi che i bombardieri hanno massacrato uomini e cose riducendo migliaia di persone alla rovina e lintero paese al collasso. Davvero bavosa e stomachevole la veglia a favore dello Stato dIsraele a cui non è mancata la presenza di eminenti clown della sedicente sinistra ex marxista.
Se lo Stato dIsraele dovesse pagare tutto il danno causato durante oltre mezzo secolo di violenze, non basterebbe tutto se stesso. La domanda angosciante è: quale sarà il domani? La furia bestiale degli israeliani, criminali yankee in versione ebraica, non cesserà certamente. Il rischio non irreale è quello di unennesima guerra mondiale con epicentro il Medio Oriente e antagonisti, da un lato la criminocrazia del Pentagono con tutti i paesi segugi, tra cui il nostro, e, dallaltro il mondo arabo con lappoggio – cè da augurarselo – della Cina, della Russia e della Corea del Nord. A massacro compiuto, gli eventuali superstiti delle bombe nucleari conteranno i cocci e forse ricomincerà una nuova vita se il Moloch americano sarà stato debellato e se lambiente non sarà stato reso del tutto inabitabile.