L’Occidente sta preparando i motori per la prossima, ennesima, guerra?

L’Occidente sta preparando i motori per la prossima guerra? Quella contro l’Iran?

I giornali occidentali e quelli arabi, ormai inseriti nella coalizione del neo-imperialismo statunitense, stanno tirando fuori di nuovo la ben collaudata strategia per la “creazione del consenso” all’ennesimo conflitto di rapina o di riconfigurazione strategica del Medio Oriente: UN: Rights activists beaten, raped in Iran

Prima iniziano a piovere rapporti Onu e di organizzazioni per la difesa, selettiva (non ci sono rapporti contro Arabia Saudita, Qatar, Israele, Usa, ad esempio), dei diritti umani, poi vengono pubblicati articoli, con cadenza sempre più regolare; una volta che la cosiddetta opinione pubblica, o almeno una sua parte consistente, è ormai pronta a riconoscere il tiranno di turno da abbattere (Afghanistan, Iraq, Libia, Siria), inizia la guerra vera e propria, con l’ausilio di mercenari, oppositori, squadroni della morte made in Cia, qaedisti, jihadisti di professione, ecc., che rovescia il regime e ne mette su uno fantoccio al soldo delle superpotenze occidentali, dove le popolazioni soffrono più di prima e si ritrovano all’interno di scontri tra bande e guerre civili, in un inferno senza fine e funzionale ai piani di destabilizzazione imperialisti.

Che in Iran ci sia la pena di morte, purtroppo, non è una novità, ma va fatto notare che nessuno si prende la briga di scrivere articoli di denuncia contro le esecuzioni capitali negli Stati Uniti, civilissima democrazia dove vengono condannati a morte anche gli handicappati, o che ha inventato Guantanamo, le extraordinary renditions, che esporta “democrazia” (leggasi rapina delle risorse); che per decenni ha fatto dell’America Latina il proprio cortile, addestrando e sostenendo tra i peggiori dittatori della Terra; che ha preparato golpe e retto regimi massacratori di popoli in Medio Oriente, e che è amico delle petro-monarchie le cui prigioni sono piene di dissidenti torturati, e della famiglia al-Saud e di quella altrettanto famosa dei Bin Laden.
E le esecuzioni sommarie in Arabia Saudita chi le denuncia? Certo non i Paesi arabi che vedono in questo reame tirannico e ignorante, misogino e misantropo, il sostenitore delle loro “primavere selettive” (quella in Bahrain non è una primavera araba? Allora, perché non ne parlano?)

Denunciare le violazioni dei diritti umani laddove vengono commesse è giusto e doveroso, ma non deve essere un’arma politica brandita per oliare la propaganda di una coalizione di guerrafondai.

Angela Lano