L’occupante sionista vende gli organi di un palestinese deceduto nelle sue prigioni

Ramallah – Pic. Un centro legale palestinese, che si occupa del problema dei prigionieri, ha accusato le autorità d’occupazione israeliana di aver venduto gli organi di un palestinese che è deceduto sotto tortura, nel 1980, nella prigione di Asqelon.

Il Circolo dei prigionieri palestinesi ha dichiarato, in un comunicato stampa, il 5 marzo, che Israele, dopo 30 anni, nega l’esistenza del corpo del martire, nascondendolo dopo aver ucciso l’uomo, senza permettere la sepoltura secondo la tradizione islamica. Si ritiene che l’occupante sionista abbia venduto gli organi di Anas Doula.

Il Circolo dei prigioni palestinesi ha aggiunto che il rifiuto della Corte suprema israeliana di restituire il corpo del martire Doula è da considerare un crimine. Per le autorità occupanti israeliane, invece, non si può parlare di martirio dopo tutti questi anni.

Il Circolo dei prigionieri palestinesi ha dichiarato che la decisione del tribunale dà alla direzione dell’occupazione la possibilità di scrollarsi da dosso ogni responsabilità per questo crimine.

Il circolo legale palestinese ha invitato a costituire un comitato internazionale per indagare su una serie di crimini commessi dalle autorità israeliane verso i prigionieri palestinesi e portare in giudizio i leaders israeliani.

Nel contempo,la fondazione dei Comitati dell’azione della salute palestinese,alla luce delle inchieste e dei rapporti mediatici recenti che trattano della vendita degli organi dei cadaveri palestinesi per mano di soldati israeliani e di altre forze sioniste, ha confermato la necessità dell’avvio di un’inchiesta internazionale per chiarire le circostanze del decesso del prigioniero Douala nella prigione di Asqelon e la sorte del cadavere.

Domenico Afiero