L’occupazione confisca 1800 dunum dal cimitero di Bab ar-Rahmah a Gerusalemme

Al-Quds (Gerusalemme) – InfoPal. Un’organizzazione civile palestinese, con sede a Gerusalemme occupata, ha lanciato l’allarme dopo la decisione delle autorità di occupazione di confiscare 1800 dunum dalla parte sud del cimitero di Bab ar-Rahmah (1dunum= 1000mq), considerando tale gesto come “un nuovo assalto ai luoghi sacri”.

In in un comunicato stampa diffuso sabato 29 settembre, l’alto Comitato di sorveglianza del cimitero islamico di Silwan, ha reso noto che “ogni giorno, Israele perpetua le violazioni contro i luoghi sacri nella Città Santa, sia musulmani che cristiani; essa aggredisce le moschee, le chiese e i luoghi di culto. Ora, e alla luce dell’ultimo gesto, essa si scaglia perfino contro i morti nelle loro tombe”.

Il comitato ha spiegato che le autorità di occupazione israeliane hanno confiscato di recente circa 1800 dunum appartenenti al cimitero di Bab ar-Rahmah. Tale mossa rappresenta un preludio per mettere le mani su tutto il cimitero islamico e controllare La Porta d’Oro sigillata dai tempi degli ottomani, fino ad arrivare al cortile della moschea al- Aqsa e la moschea Marwani. Il tutto per riedificare il presunto tempio e vietare al popolo palestinese di seppellire i propri morti in questo storico cimitero.

L’organizzazione ha avvertito del pericolo che minaccia la Città Santa, i suoi villaggi e la moschea di al-Aqsa: “Ciò deve far suonare i campanelli d’allarme, soprattutto ora che l’ebraicizzazione di Gerusalemme sta avvenendo alla luce del sole, seguendo un piano prestabilito, atto a cambiare l’identità della terra palestinese e dei suoi luoghi sacri, sia cristiani che musulmani”.

Il Comitato ha criticato le azioni intraprese dai governi arabi e islamici, affermando che “essi non sono riusciti a trasmettere alcun messaggio sull’intenzione della comunità islamica di affrontare e respingere tali aggressioni. E ciò incoraggia Israele a comportarsi in modo ancora più estremo, recando più danni”.