L’occupazione decide di demolire le case degli attivisti palestinesi e lanciare una campagna di detenzioni amministrative

555x320_1a9c49be-70a1-47e1-8dea-b6bfe1d99856-300x172Qudsn.ps. Il governo dell’occupazione ha deciso di demolire le abitazioni dei palestinesi che hanno eseguito operazioni di vario genere, e lanciare una campagna di detenzioni amministrative nei confronti degli attivisti.

Il canale 2 israeliano ha riferito che nella serata di giovedì, 6 novembre, c’è stata una seduta per valutare la situazione, dopo la quale il premier Benjamin Netanyahu ha deciso di demolire le abitazioni di chi ha compiuto attività di vario genere, rendendo noto che la decisione non riguarda i coloni che hanno rapito a Gerusalemme il giovane Muhammad Abu Khudayr, bruciandolo vivo.

Il canale ha aggiunto che il governo ha deciso anche di intensificare le detenzioni amministrative nei confronti degli attivisti palestinesi, ed incaricato la polizia d’occupazione e i servizi di sicurezza di lanciare una campagna di arresti da estendere anche agli attivisti originari dei territori occupati nel ’48.

Nel frattempo, la polizia ha dispiegato a Gerusalemme migliaia di agenti, cui si aggiungono quelli che stanno di guardia ai confini, così come ha deciso di porre dei limiti all’età di coloro ai quali verrà domani consentito di entrare per la preghiera nella moschea di al-Aqsa, di costituire dei posti di blocco all’ingresso dei quartieri palestinesi, intensificandone la diffusione nelle zone vicine a quelli ebrei.

Tali disposizioni sono state prese in previsione dei violenti scontri di domani, nel quadro della crescente rivolta popolare che dura a Gerusalemme da settimane, e dpo le affermazioni dei vertici della polizia israeliana sull’incapacità di controllare le proteste della gente di Gerusalemme.

Traduzione di Michele Di Carlo