L’occupazione ha arrestato più di 2000 palestinesi in due mesi

-837182127Vienna-Quds Press. La “Coalizione europea per la difesa dei prigionieri palestinesi “ha dichiarato che “le forze di occupazione israeliana hanno arrestato più di 1520 palestinesi durante lo scorso mese di ottobre, e altri 500 dal principio del mese di novembre, portando il numero dei prigionieri, dall’inizio delle manifestazioni nei Territori palestinesi, a 2020, fra i quali 50 donne e più di 500 bambini.

La Coalizione, che è un’organizzazione umanitaria con sede a Vienna, ha chiarito, in una dichiarazione inviata a Quds Press in data 19 novembre, che “l’occupazione ha rilasciato soltanto 800 detenuti arrestati nel periodo citato, dopo vergognosi atti di tortura e insulti ripetuti, mentre restano in carcere più di 1220 palestinesi”.

La Coalizione ha pubblicato nel rapporto che la direzione delle prigioni israeliane ha emesso 150 mandati di arresto amministrativo nello scorso mese di ottobre, e 26 altri mandati dal principio di novembre, portando il numero dei detenuti amministrativi a più di 176 a partire  dall’inizio degli scontri.

La Coalizione ha osservato che le autorità israeliane hanno arrestato bambini al di sotto dei 12 anni e li hanno torturati duramente: tra questi, un bambino di otto anni. Ha aggiunto, quindi, che il numero dei prigionieri morti a causa della negligenza dei medici nelle carceri israeliane è arrivato a 210: ultimo di loro, il giovane Fadi Ali Ahmad al-Darbi, 30 anni, colpito da un ictus il 14 ottobre scorso.

La Coalizione ha sottolineato che le forze di occupazione israeliana ricorrono a molti metodi di tortura, di pressione fisica e psicologica, come costringere i prigionieri a restare con il viso e la testa coperti, perché chiudere la testa del detenuto in un sacco comporta confusione mentale e ostacola la respirazione.

La Coalizione ha richiamato l’attenzione sul fatto che Israele è l’unico Stato al mondo che processa i bambini nei tribunali militari, sperimentati ogni anno da circa 600 bambini palestinesi.

Traduzione di Federica Pistono