L’occupazione ha demolito 128 edifici nello scorso agosto

Betlemme-Quds Press. Dati pubblicati da un istituto palestinese di ricerca, specializzato nelle questioni degli insediamenti e delle violazioni israeliane nei Territori occupati, hanno rivelato che, nello scorso mese di agosto, si è registrato un notevole aumento nel numero delle case e degli edifici demoliti dalle autorità di occupazione in Cisgiordania e a Gerusalemme. Con il pretesto che le costruzioni fossero prive di licenza, decine di famiglie sono state gettate sul lastrico nell’intensa calura che ha colpito la Palestina nel periodo considerato.

In un comunicato stampa inviato a Quds Press in data 5 settembre, l’Istituto di ricerca applicata Arij ha dichiarato che l’occupazione ha distrutto 128 case ed edifici e ha consegnato ordini di demolizione per altre 60 abitazioni e costruzioni, mentre si sono registrate 70 aggressioni da parte dei coloni. L’Istituto ha sottolineato, inoltre, che le autorità di occupazione e i coloni hanno bruciato 130 ulivi soltanto a Nablus e a Betlemme.

L’Istituto Arij ha notato come tali attacchi siano avvenuti in concomitanza con aggressioni, arresti quotidiani e scontri violenti che hanno provocato l’uccisione e il ferimento di decine di palestinesi, mentre le autorità di occupazione intensificano i loro piani di colonizzazione di Gerusalemme e della moschea di al- Aqsa, dove, durante il mese di agosto, l’occupazione ha imposto una divisione in fasce orarie relative all’ingresso, come pure ha continuato nella sua politica di aggressione alle donne e ai giovani, per impedire loro l’ingresso nella moschea, arrestando e interrogando decine di persone, imponendo di lasciare i documenti di identità sulla porta della moschea. Tutto questo evidenzia, secondo l’Istituto, la profonda frattura tra il governo di occupazione e i palestinesi.

Il rapporto ha illustrato le continue violazioni, da parte israeliana, del “cessate il fuoco” con le fazioni palestinesi a Gaza, dove le zone adiacenti ai confini sono esposte a continue sparatorie, che hanno per obiettivo i cittadini palestinesi, le loro case e terreni. A tutto ciò si aggiungono le incursioni quasi quotidiane dei mezzi dell’occupazione.

Secondo il rapporto, infine, l’occupazione continua a controllare i valichi della a Striscia di Gaza per impedire l’arrivo dei materiali necessari per la ricostruzione della Striscia di Gaza stessa.

Traduzione di Federica Pistono