L’OCHA ha documentato gli abusi dell’occupazione in Cisgiordania e a Gaza a gennaio

Quds Press. L’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA) ha riferito che, tra il 10 e il 30 gennaio, le forze di occupazione israeliane (IOF) hanno ucciso 31 palestinesi, tra cui quattro bambini e una donna.

Il rapporto, ricevuto da Quds Press, afferma che si tratta del numero più alto di palestinesi uccisi dalle IOF in Cisgiordania da quando l’OCHA ha iniziato a registrare i dati sulle vittime, nel 2005, indicando che due dei martiri sono stati uccisi da coloni.

Il rapporto ha aggiunto che durante il periodo monitorato, le IOF hanno ferito 422 palestinesi, tra cui almeno 49 bambini, in tutta la Cisgiordania, e 74 di loro (18%) sono stati feriti da proiettili letali.

Gli attacchi dei coloni, durante lo stesso periodo, hanno ferito circa 18 palestinesi e danneggiato proprietà palestinesi in 42 casi diversi, secondo l’OCHA.
Il rapporto OCHA afferma che, nello stesso periodo, le autorità di occupazione israeliane hanno demolito e confiscato 88 edifici, di proprietà di palestinesi, a Gerusalemme e nell’Area C della Cisgiordania (che è sotto il pieno controllo israeliano), tra cui 21 abitazioni, con il pretesto della “mancanza di permessi di costruzione“ impossibili da ottenere; tre di questi edifici erano stati finanziati da donatori internazionali come aiuto umanitario.

Secondo il rapporto OCHA, le autorità di occupazione “hanno reso senzatetto 99 palestinesi, compresi 54 bambini, a seguito delle demolizioni, mentre i mezzi di sussistenza di circa 21.000 altri sono stati danneggiati”.
Di questi edifici, ha aggiunto, “circa 51 si trovano nell’Area C”, compresi cinque che sono stati demoliti ai sensi dell’Ordine Militare 1797, che dà solo 96 ore di preavviso e fornisce motivi molto limitati per presentare ricorso legale alle demolizioni.

Il rapporto ha inoltre indicato che le IOF hanno aperto il fuoco nella Striscia di Gaza, durante il periodo monitorato, in almeno 56 occasioni, vicino alla barriera di confine o al largo della costa di Gaza, con il pretesto di imporre restrizioni all’accesso.

L’accordo di “Oslo” (1995) classificava i territori della Cisgiordania in tre modi diversi: (a) soggetti al pieno controllo palestinese, (b) soggetti al controllo civile, amministrativo e di sicurezza israeliano palestinese, e (c) soggetti al controllo civile, amministrativo e di sicurezza israeliano, quest’ultimo costituendo circa il 60% dell’area di la Cisgiordania.
Le città della Cisgiordania occupata stanno assistendo a una notevole intensificazione delle violazioni dell’occupazione israeliana, alla quale corrisponde un’aumento delle azioni della resistenza palestinese.

Traduzione per InfoPal di G.B.