L’OCHA: Israele impedisce ai palestinesi di costruire.

Cisgiordania – Infopal. L’Ufficio di Coordinamento dell’Onu per le questioni umanitarie nei Territori palestinesi occupati (OCHA) riferisce che Israele sta impedendo ai palestinesi di costruire sul 44% delle terre della Cisgiordania, destinate ad insediamenti ed installazioni militari.

L’Ocha aggiunge che nelle terre della cosiddetta ”zona C” della Cisgiordania Israele impone restrizioni ai palestinesi, impedendo loro di costruire, ma anche il semplice accesso ad esse.

Così, per i palestinesi è molto difficile sviluppare infrastrutture come scuole ed ospedali.

Migliaia di palestinesi non ricevono le licenze edilizie dalle autorità israeliane, per questo spesso costruiscono abusivamente.

L’Ocha afferma che Israele quest’anno ha demolito 180 edifici nelle aree classificate come “zona C”, perciò l’ha invitato ha mettere fine a queste azioni e a concedere piuttosto le licenze di costruzione anche nella cosiddetta “zona C”, che è sotto il controllo israeliano.

Lo stesso Ufficio dell’Onu ha anche chiesto ad Israele di fermare gli insediamenti di ‘coloni’ in Cisgiordania e a Gerusalemme est.

Dal 1967, i governi israeliani hanno aggiunto sempre nuove restrizioni ai danni dei palestinesi, impedendo loro di godere al meglio delle loro terre, soprattutto per quanto concerne la costruzione di case ed infrastrutture.

Quasi il 60% della Cisgiordania è classificato da Israele come “zona C”, in base alla suddivisione stabilita negli anni Novanta negli “Accordi di Oslo”

Ma un accordo temporaneo firmato tra Israele e Anp nel 1995 indica che Israele deve trasferire gradualmente il potere nella “zona C” alla stessa Anp. La “zona C” è infatti sotto il controllo di una “Amministrazione Civile” controllata dai militari.

”Il risultato è che sebbene quest’accordo temporaneo non dovesse durare oltre il 1999, dieci anni dopo, nel 2009, qualsiasi costruzione nella “zona C”, che si tratti di abitazioni private, di un rifugio per gli animali o di un’infrastruttura finanziata da un “donatore” deve avere l’approvazione dell’Amministrazione Civile Israeliana, la quale è sotto il diretto controllo dell’Esercito”, conclude l’Ocha nella sua dichiarazione.

 

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