L’OHCHR esprime preoccupazione per la tortura di un prigioniero palestinese da parte di Israele

New York-PIC. L’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (OHCHR) ha espresso preoccupazione per le torture estreme a cui è stato sottoposto il prigioniero palestinese Samer Arbid da parte degli inquisitori israeliani.

“L’Ufficio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite constata con preoccupazione la supposta tortura di un uomo palestinese di 44 anni, Samer Al Arbird, che è stato arrestato dalle forze di sicurezza israeliane il 25 settembre come sospetto per l’esplosione di una bomba che ha ucciso una ragazza  israeliana 17enne vicino all’insediamento di Dolev nella Cisgiordania Occupata”, ha affermato  venerdì Rupert Colville, portavoce dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite.

“Arbid resta in ospedale in coma indotto e respira artificialmente, ha lesioni gravi subite dopo il suo arresto, tra cui costole rotte e una grave insufficienza renale”, ha aggiunto Colville in una sua dichiarazione.

“Questo sviluppo sta puntando i riflettori su gravi lacune e carenze nelle leggi e nelle pratiche israeliane in relazione al suo inequivocabile obbligo, secondo il diritto internazionale, di sradicare la tortura e il trattamento crudele e disumano.

“Data la gravità delle ferite di Al Arbid, chiediamo l’immediata apertura di un’indagine penale sul caso.

“Abbiamo anche ricevuto informazioni sul fatto che almeno altre tre persone sono state arrestate nell’ambito della stessa indagine e sono state detenute in isolamento per un lungo periodo di tempo”, ha sottolineato nella dichiarazione.

L’OHCHR ha invitato “Israele a rivedere le sue leggi, le politiche e le pratiche per allinearle ai suoi obblighi ai sensi del diritto internazionale, in particolare alla Convenzione Contro la Tortura, e a garantire che tutti i casi e le accuse di tortura e di maltrattamento siano indagati prontamente, indipendentemente, in modo efficace e imparziale”.

Traduzione per InfoPal di Edy Meroli (Il Giardino di Ibn Arabi)