L’Oic propone una ‘banca dei poveri’ a Gaza per uno sviluppo sostenibile

di 'Abdel Ghani ash-Shami
Gaza – InfoPal. L'Organizzazione della Conferenza islamica (Oic) ha lanciato un invito per la creazione di una “banca dati” nella Striscia di Gaza dove far confluire tutti gli sforzi dei donatori, per non disperdere le risorse rivolte ai bisogni del popolo palestinese assediato, per avere le garanzie che sia eseguita una valutazione esatta dei bisogni dei palestinesi, e infine, per promuovere uno sviluppo a lungo termine.

Mohammed Hasanah, direttore dell'ufficio di coordinamento Oic a Gaza, ha ammesso: “Il conflitto tra dati e informazioni sui bisogni è un problema ricorrente che a Gaza ha prodotto quasi esclusivamente lo spreco di denaro e sforzi.

Fino ad oggi, l'Oic ha prestato molta attenzione ai singoli progetti implementati a Gaza e, parallelamente, ha condotto uno studio sul mercato locale per valutare la fattibilità di un programma di più ampio respiro con la creazione di una “banca dati”.

Il lavoro delle Organizzazioni non governative (Ong) invece si è sempre limitato ad una ripetizione monotona dei progetti e non ha mai puntato ad uno sviluppo sostenibile de facto.

La realtà di Gaza e la sfida dell'assedio. L'opera di Oic nella Striscia di Gaza fino ad oggi è stata condotta a pieni ritmi sin dal 2008. Trenta milioni di dollari sono stati allocati a progetti realizzati sul campo e 20milioni per mezzo dei convogli umanitari.

Restano 30 cliniche mobili ferme a Port Sa'id (Egitto) che dovrebbero attraversare il confine entro una settimana”.

“Ma lo sviluppo e la riabilitazione che noi pensiamo per la Striscia di Gaza – 130 milioni di dollari rivolti al settore della sanità e dell'istruzione, a progetti di genere e per l'infanzia – contengono l'idea di sostenibilità e di reinvestimento delle risorse.

Poiché i donatori hanno invece la tendenza a ricercare un impatto diretto e manifesto nel breve termine ai propri progetti, dovremo lavorare per convincerli della “giustezza” che una “banca dati” rappresenterebbe, coinvolgendo le parti locali affinché ci rendano partecipi dei bisogni reali nella loro agenda nazionale. Bisogna quindi intervenire alle radici della crisi di Gaza e non limitarsi a somministrargli antidolorifici“.

Il ruolo di Oic. Nell'ufficio per gli Affari umanitari di Oic, a Gaza, si lavora all'individuazione, al coordinamento, alla consulenza, al monitoraggio e alla mediazione con i donatori, a cui fornire informazioni attendibili sui reali bisogni di Gaza. Quindi rilasciare agli enti locali – ai quali Oic non intende sostituirsi – il compito di fare una supervisione. Evitare duplicati dei progetti e ottenere il massimo dei benefici per la popolazione palestinese assediata.

Consapevoli di agire in un contesto caratterizzato da violazioni, restrizioni e divieti alla libertà di movimento dai valichi di frontiera di persone e merci, i donatori devono essere coscienti di operare a Gaza in qualità di persone giuridiche che intervengono perché la legge internazionale sia rispettata.

La “Banca dei Poveri”. Tra le nuove idee lanciate da Oic a Gaza vi è anche il modello indiano. Mohammed Younes, economista del Bangladesh conosciuto come “il banchiere dei poveri” era stato il fautore di un modello economico rivolto proprio ai poveri.
Younes aveva proposto ai donatori la creazione di una “banca dati” che rispecchiasse l'idea di un mercato comune. Concedere prestiti ai poveri senza interessi e, la banca dei poveri, avviata ormai molti anni fa, giunse subito ad accumulare due miliardi e mezzo partendo da 27 dollari.

Il suo era un modello economico costruito sulle risorse umane (i poveri), costantemente umiliati dall'esclusione sociale e, in questo preciso caso, dal sistema bancario.

Prosegue Hasanah: “Vorremmo proporlo nella Striscia di Gaza, d'altra parte esistono tutti gli elementi e gli attori perché si sviluppi questa filosofia economica. I livelli di povertà sono altissimi e il disagio economico non risparmia il ceto medio”.

Lezioni apprese. Il modello della “banca dei poveri” è una soluzione pratica che ha fatto emergere i propri fattori di successo, ma la realtà della Striscia di Gaza ci impone di partire dalla modifica della mentalità dei donatori.

Farà seguito poi la raccolta dei fondi con la contestuale formazione di quadri professionali in grado di gestire il nuovo sistema di sviluppo.

Alla base di questo nuovo rapporto ovviamente, si presuppone la fiducia tra il richiedente (il povero che fa richiesta del prestito) e la banca. La missione di quest'ultima avrà il seguente interesse “concedere il prestito e contribuire a combattere la povertà per rimettere in circolo denaro, avendo in questo il proprio ritorno economico”.

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