L’OLP lancia una campagna nazionale per chiedere all’ONU di difendere il diritto dei Palestinesi all’autodeterminazione

Ramallah-WAFA. Il Dipartimento dei Diritti Umani dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) ha lanciato giovedì, da Ramallah, una campagna popolare nazionale per chiedere all’Assemblea generale e al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di aderire al loro mandato e di difendere il diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione e all’insediamento del proprio Stato sulla propria terra nazionale come da risoluzioni internazionali.

Ahmad Tamimi, capo del dipartimento, ha dichiarato in una conferenza stampa organizzata per lanciare la petizione e invitare persone e istituzioni a firmarla, che la campagna prende di mira Israele e i suoi crimini contro il popolo palestinese e la comunità internazionale per il suo doppio standard nel nascondere i crimini dell’occupazione israeliana.

La petizione, firmata dai presenti in assemblea, dice:

“Noi, popolo palestinese nei Territori Occupati, nei campi profughi e nella diaspora, chiediamo all’Assemblea generale e al Consiglio di sicurezza dell’ONU di aderire al suo mandato e di assumere le loro responsabilità legali per adempiere al nostro diritto all’autodeterminazione e ottenere la sovranità sulle nostre risorse e la nostra ricchezza, proprio come altri popoli del mondo, dove le Nazioni Unite hanno svolto un ruolo chiave, attraverso misure attive e procedure efficaci nella realizzazione dei loro diritti.

“Siamo vittime del silenzio internazionale e dell’inazione internazionale nei confronti dell’occupazione israeliana e delle sue pratiche illegali contro il popolo palestinese in flagrante violazione del diritto internazionale e umanitario. Tali violazioni hanno spinto l’Assemblea Generale dell’ONU a condannare Israele in più di una risoluzione, come la risoluzione dell’UNGA (42/209) e la risoluzione (43/58).

“Vorremmo anche esprimere il nostro sostegno al presidente Mahmoud Abbas e alle sue richieste e iniziative che presenterà all’Assemblea generale, che rifletteranno i desideri e le aspirazioni del popolo palestinese. Pertanto, vi presentiamo questo documento:

(1) Ci atteniamo al nostro legittimo diritto al ritorno in conformità con le risoluzioni e la legittimità internazionali. Non scendiamo a compromessi, né accettiamo proposte alternative

(2) Smantellamento degli insediamenti israeliani costruiti su terra palestinese. Qualsiasi soluzione che contraddica questo approccio viene respinta

(3) Gerusalemme est è la capitale eterna e storica del popolo palestinese;

(4) Il rilascio di tutti i prigionieri (alcuni prigionieri palestinesi sono detenuti nelle carceri israeliane da oltre 50 anni)

(5) Sovranità completa sulle nostre risorse e ricchezze, così come il diritto al risarcimento per le risorse e la ricchezza saccheggiate dall’occupazione israeliana

(6) Porre fine alle violazioni sistematiche e alle aggressioni contro le organizzazioni della società civile, che forniscono servizi vitali ai Palestinesi vulnerabili”.

La petizione si conclude esortando l’ONU “ad aderire al vostro mandato in conformità con la Carta delle Nazioni Unite, ad adottare misure serie per ritenere Israele responsabile dei suoi crimini contro il popolo palestinese e a fornire protezione alla popolazione palestinese”.

Traduzione per InfoPal di Edy Meroli