L’omicidio politico di Tunisi sullo sfondo delle manifestazioni del Cairo

Il Cairo-Quds Press. Dopo la preghiera del venerdì 8 febbraio, centinaia di oppositori del presidente egiziano, Mohammed Mursi, e della Fratellanza musulmana sono scesi in piazza Tahrir, al centro del Cairo, scandendo slogan come “dignità” e “il venerdì della dipartita”, gli stessi che caratterizzavano le manifestazioni di protesta contro l’ex presidente, Mubarak. Non sono mancati i riferimenti alla Tunisia, dopo che questa settimana l’oppositore di sinistra, Chukri Belaid, è stato assassinato, e un professore di al-Azhar ha emesso una fatwa (parere giuridico) che permette implicitamente di uccidere i leader dell’ opposizione, del Fronte di Salvezza Nazionale.

Tra gli striscioni appesi in piazza Tahrir, uno portava la scritta in arabo e inglese “O popolo tunisino e egiziano, gli assassini di Belaid, Gika e Christie sono la Jama’a (in riferimento alla Fratellanza musulmana), e noi promettiamo di punirli”. Gika è un giovane egiziano ucciso lo scorso novembre durante le manifestazioni di protesta svolte nel centro del Cairo, a Mohammed Mahmoud Street. Mentre Mohammed Hussain, alias Mohammed Christie, è stato ucciso all’inizio di questo mese durante le proteste avvenute di fronte al palazzo presidenziale, a est del Cairo.

Un altro striscione portava le foto di dieci figure politiche, assassinate dal 1945 (Ahmed Maher Pasha), e fino al 2013, nove di loro sono egiziani, e il 10° è tunisino, Chukri Belaid, appunto. Sotto alle foto appariva un interrogativo: “Fratellanza e omicidi politici, chi sarà il prossimo ?”. Stranamente, tra le foto degli assassinati era presente quella di Hasan al-Banna, fondatore della Fratellanza, che fu ucciso nel 1948.

Molti slogan richiamavano l’attenzione sull’incidente avvenuto la scorsa settimana, quando un egiziano è stato trascinato per terra e spogliato, presumibilmente per mano delle forze di sicurezza, durante le proteste che hanno avuto luogo di fronte al palazzo presidenziale egiziano. Un incidente che ha suscitato la rabbia di molti egiziani, nonostante il fatto che fonti della sicurezza abbiano assicurato che la persona in questione era un membro dell’ex regime ed era intento a lanciare una bottiglia incendiaria contro la polizia. Inoltre, un avvocato egiziano, presentatosi come testimone oculare, ha riferito che la persona in questione si era spogliata da sola, compiendo gesti osceni indirizzati ai poliziotti, ancor prima che venga arrestata.