L’ONU esorta Abbas a comunicare la nuova data per le elezioni

New York – Palestine Chronicle. Le Nazioni Unite hanno sollecitato le autorità palestinesi a fissare una nuova data per le elezioni, originariamente previste per la fine di maggio, dopo l’annuncio del presidente Mahmoud Abbas, avvenuto venerdì, di rinviarle.

A Ramallah sono scoppiate proteste per chiedere che le elezioni legislative e presidenziali – convocate rispettivamente per il 22 maggio ed il 31 luglio – vadano avanti.

Israele, che occupò Gerusalemme Est alla fine della guerra del 1967, finora non ha dato alcuna garanzia che non si opporrà alle votazioni e alla campagna elettorale.

“Di fronte a questa difficile situazione, abbiamo deciso di posticipare la data delle elezioni legislative fino a quando non sarà garantita la partecipazione di Gerusalemme e del suo popolo”, ha dichiarato Abbas alla televisione palestinese.

Il coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il processo di pace in Medio Oriente, Tor Wennesland, ha affermato di aver compreso la “delusione dei molti palestinesi” che non possono votare da ormi 16 anni.

Wennesland ha invitato i palestinesi “a continuare sulla via democratica” e ha preso atto del “diffuso sostegno internazionale” per la realizzazione di elezioni trasparenti ed inclusive in tutti i Territori palestinesi, compresa Gerusalemme Est.

Ha aggiunto che permettere al processo elettorale di andare avanti darebbe “legittimità e credibilità” alle istituzioni palestinesi e aiuterebbe a ristabilire l’unità nazionale palestinese.

“Ciò aprirà anche la strada a negoziati significativi per porre fine all’occupazione e mettere in atto una soluzione a due stati, basata su risoluzioni delle Nazioni Unite, diritto internazionale e accordi precedenti”, ha aggiunto il funzionario delle Nazioni Unite.

Ha invitato Abbas a fissare una nuova data per le elezioni, al fine di rassicurare i palestinesi che “le loro voci saranno ascoltate”. Wennesland ha anche sottolineato che tutte le parti dovrebbero mostrare moderazione e astenersi dalla violenza, al fine di “creare le condizioni per una ripresa del processo elettorale”.