New York – The Cradle. Il 4 settembre, l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA) ha messo in guardia sull’uso di “tattiche letali di guerra” da parte dell’esercito israeliano durante le operazioni in corso nella Cisgiordania occupata.
“L’OCHA avverte che gli impedimenti all’accesso stanno influenzando la capacità di fornire una risposta umanitaria significativa. Il movimento delle ambulanze e delle squadre mediche è stato ostacolato e ritardato dall’inizio dell’operazione, che dura ormai da una settimana. L’accesso umanitario deve sempre essere facilitato”, ha dichiarato mercoledì a New York Stéphane Dujarric, portavoce del Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres.
“Le Nazioni Unite hanno registrato più di due decine di vittime, nell’ultima settimana, tra cui bambini”, ha aggiunto, rivelando che martedì diverse organizzazioni mobilitate dall’OCHA avrebbero dovuto effettuare una valutazione a Jenin, ma l’accesso è stato negato dalle autorità israeliane.
Durante una visita alla città di Tulkarem, sabato, le squadre dell’OCHA hanno confermato lo sfollamento di 120 palestinesi, tra cui più di 40 bambini, le cui case sono state distrutte.
“Al momento della valutazione, 13 mila persone nel campo profughi di Nur Shams hanno subito l’interruzione dell’acqua, attribuita ai danni causati alla rete idrica, ed è stato osservato lo straripamento delle acque reflue. Le squadre hanno anche notato che la popolazione era traumatizzata e necessitava di supporto psicosociale”, si legge nel rapporto dell’OCHA.
Dal 28 agosto, l’esercito israeliano sta conducendo un brutale assalto a diverse città della Cisgiordania occupata, poiché le autorità hanno classificato internamente il territorio come “zona di combattimento attiva”, descritta come “seconda solo a Gaza”.
“Le IDF vogliono arrivare ad ottobre, il mese delle principali festività ebraiche, con una Cisgiordania più calma rispetto all’attuale mini-rivolta che si sta svolgendo sul terreno. Sebbene sia improbabile una guerra su vasta scala, l’operazione ‘Campi estivi’ dovrebbe espandersi presto ad altre regioni della Cisgiordania”, ha rivelato all’inizio di questa settimana il quotidiano ebraico Israeli Hayom.
La cosiddetta operazione “Campi estivi” è il più grande assalto alla Cisgiordania dalla Seconda Intifada del 2002.
Più di 30 palestinesi sono stati uccisi dall’inizio dell’ultima operazione militare di Israele. In totale, 685 palestinesi sono stati uccisi in Cisgiordania dal 7 ottobre.
Traduzione per InfoPal di F.L.