L’ONU ribadisce posizione ferma sull’illegalità degli insediamenti israeliani

PIC. Le Nazioni Unite hanno affermato la loro ferma posizione riguardo all’illegalità degli insediamenti israeliani nella Cisgiordania occupata.

Lo ha spiegato in una conferenza stampa tenutasi giovedì il portavoce del segretario generale, Stéphane Dujarric, attraverso un’intervista televisiva con i giornalisti presso la sede permanente dell’organizzazione internazionale a New York.

Il ministero israeliano degli insediamenti cerca di sfruttare il periodo rimanente dell’attuale presidente degli Stati Uniti Donald Trump per legittimare 70 avamposti di insediamento, la prima fase dei quali comprende 46 avamposti.

Attualmente, 138 avamposti di insediamento sono sparsi in Cisgiordania, soprattutto nell’area “C” della Cisgiordania, precisamente a sud di Nablus, a nord, e intorno a Ramallah e Gerusalemme, centro, Betlemme e Hebron/al-Khalil, a sud.

Dujarric ha dichiarato ai giornalisti: “La nostra posizione riguardo alla legittimità degli insediamenti, come abbiamo detto molto tempo fa, e ribadiamo, non è cambiata ed è ferma e molto chiara”.

“Abbiamo espresso la nostra preoccupazione per l’annessione di ulteriori terre palestinesi alla sovranità israeliana, e abbiamo ripetutamente annunciato la nostra posizione sullo status giuridico di questi insediamenti”, ha aggiunto.

Il 9/11/2020, il movimento israeliano Peace Now ha affermato che gli insediamenti in Cisgiordania e Gerusalemme est sono raddoppiati negli ultimi quattro anni, in concomitanza con il mandato del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.

A dispetto delle risoluzioni di legittimità internazionale, il 19 novembre 2019 gli Stati Uniti hanno annunciato che non classificano più come illegali gli insediamenti israeliani nei Territori palestinesi occupati.

Ci sono circa 503 avamposti di insediamento, 474 dei quali sono in Cisgiordania e 29 a Gerusalemme. Questi insediamenti costituiscono più del 46% della superficie totale della Cisgiordania, in cui risiedono circa 700.000 coloni, che effettuano attacchi quasi quotidiani nei Territori palestinesi occupati.