L’UE chiede a Israele il rilascio di tutti i palestinesi arrestati prima di Oslo

Betlemme – Ma’an. Funzionari dell’Unione Europea (Ue) sono particolarmente attivi in queste settimane a osservare e a elaborare conclusioni sull’occupazione israeliana della Palestina.

Era stato redatto il documento sulla discriminazione di Israele verso i palestinesi, era seguito poi un rapporto dei diplomatici sulla loro segregazione e cacciata da Gerusalemme e ora, i funzionari europei sollevano la questione dei detenuti palestinesi in Israele.

Secondo l’ultima richiesta europea, “Israele è tenuto a liberare tutti i detenuti palestinesi arrestati nel periodo antecedente agli Accordi di Oslo (avviati nel 1993 con la Dichiarazione dei Principi, ndr)”.

Nel riportare la notizia, il quotidiano israeliano Maariv fa menzione della visita, attesa fra una settimana, del responsabile agli Esteri dell’Ue, Catherine Ashton, intenzionata a chiedere al premier israeliano, Benjamin Netanyahu, di rilasciare i 123 detenuti palestinesi arrestati prima del 1993.

Questa richiesta mira a produrre un clima di fiducia reciproca tra le parti, al fine di riavviare i negoziati, ripresi una settimana fa nella capitale giordana, quando la questione delle detenzioni era stata sottoposta al Quartetto per la Pace in Medio Oriente (Usa, Ue Onu, Russia).

Scrive Maariv: “Le misure da adottare se Israele dovesse accogliere questa richiesta, agevoleranno l’Autorità palestinese (Anp) a riacquistare credito per le strade, quindi tra la popolazione, porteranno alla fine della pratica delle demolizioni di case palestinese, prevedono incentivi finanziari e metteranno fine alle operazioni israeliane (i raid quotidiani in Cisgiordania) nelle aree palestinesi.

Quindici mesi fa, il presidente dell’Anp, Mahmoud ‘Abbas, aveva deciso di ritirarsi dai negoziati con Israele in protesta alla sua crescente colonizzazione della terra palestinese.

Il Quartetto vorrebbe che le parti raggiungessero un’intesa su frontiere e sicurezza per poter aprire la strada alla soluzione dei due Stati. Il 26 gennaio è la data di scadenza entro la quale – come proposto dagli americani – le parti dovranno scambiarsi proposte utili a riprendere i negoziati.

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