L’UE premia Israele per aver rinviato le violazioni del diritto internazionale

Palestine Chronicle. Di Ramona Wadi. Non si è trattato di una corsa maldestra da parte dell’UE per convincere Israele a rispettare il diritto internazionale, ma piuttosto una manovra volta a ripristinare gli incontri diplomatici sospesi. A seguito di una riunione del ministro degli Esteri israeliano Gabi Ashkenazi con i suoi omologhi dell’UE a Berlino, il blocco sta cercando di ripristinare la riunione annuale del Consiglio di Associazione UE-Israele. La richiesta ha il sostegno dell’Alto rappresentante dell’UE per gli affari esteri, Josep Borrell.

Nel febbraio di quest’anno, la ripresa degli incontri è stata oggetto di un’interrogazione parlamentare in cui gli stati membri contrari agli incontri sono stati accusati di “danneggiare il progresso delle relazioni UE-Israele e il progresso verso la pace e la comprensione in Medio Oriente”.

Gli incontri – l’ultimo dei quali si è tenuto nel 2012 – sono stati interrotti a causa della continua espansione degli insediamenti israeliani. Se gli incontri verranno ripristinati, l’UE attesterà chiaramente che l’espansione coloniale ha smesso di rappresentare un ostacolo alla pace.

Sullo sfondo di questa possibile svolta degli eventi figura l’accordo di normalizzazione tra Emirati Arabi Uniti e Israele. Salvo poche eccezioni, la decisione di Israele di sospendere, ma non annullare, i suoi piani di annessione è stata salutata come una svolta e un’opportunità per riavviare dei negoziati basati sul compromesso dei due Stati.

Invece di denunciare l’accordo come un’occasione per coltivare l’impunità israeliana, la comunità internazionale si è prostrata a Tel Aviv non appena ricevuta la notizia di un accordo che ha solo rinviato la formalizzazione da parte di Israele della sua espansione coloniale – e del tutto illegale – nei Territori palestinesi. La normalizzazione dei legami degli Emirati Arabi Uniti con Israele è ora un punto di svolta per l’UE, che valuta di rinnovare i rapporti diplomatici sospesi con il colonialismo.

Quando nel 2017 Federica Mogherini, predecessore di Borrell, parlò della possibilità di ripristinare la riunione annuale del Consiglio di Associazione UE-Israele, ignorò la contraddizione tra la posizione dell’UE sull’espansione degli insediamenti e l’espropriazione israeliana dei Territori palestinesi. Sviò una domanda sulle preoccupazioni per l’espansione accelerata di Israele concentrandosi sulle relazioni bilaterali con Tel Aviv, a ulteriore dimostrazione del fatto che il popolo palestinese e le sue richieste politiche sono insignificanti per la politica estera dell’UE. I buoni rapporti con Israele hanno la priorità, ad ogni costo. Nel compromesso tra i due stati i palestinesi sono solo delle pedine, mentre Israele è elevato come partner alla pari con l’UE in un’agenda oltremodo discriminatoria e pro-coloniale.

Al recente annuncio, Euronews ha riferito che l’Europa è “pronta a lavorare con entrambi, d’ora in poi”, con riferimento a Israele e agli Emirati Arabi Uniti. Il popolo palestinese è stato appena accennato attraverso l’impegno dell’UE per l’attuazione della formula dei due stati. Chiaramente, la temporanea opposizione del blocco all’annessione è il frutto dall’adesione fittizia dell’UE al diritto internazionale, proprio come avvenuto per l’ONU.

“La normalizzazione andrà a vantaggio di entrambi, è importante per entrambi e per la stabilità della regione”, ha dichiarato Nabila Massrali, portavoce della Commissione UE. Normalizzare la sospensione dell’annessione di Israele equivale a normalizzare la decisione del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu di annettere il Territorio palestinese in una data successiva, non ancora svelata.

L’UE dovrebbe smetterla di sfruttare il popolo palestinese per i suoi interessi diplomatici; è stata rivelata una delle ragioni che stanno dietro allo stallo di qualsiasi accordo sulle misure punitive per Israele. Se l’Autorità Nazionale Palestinese avesse un minimo di coscienza politica e rispetto di sé, farebbe bene a smetterla di inseguire l’illusione di avere alleati diplomatici in Europa. Non ne ha.

Traduzione per InfoPal di Giulia Deiana