L’Ue sta preparando una lista nera dei coloni non graditi sul suolo europeo

An-Nasira (Nazareth) – InfoPal. Media ebraici hanno rivelato che i Paesi dell’Unione europea hanno iniziato recentemente a stilare una lista nera con i nomi dei coloni israeliani violenti, a cui vietare l’ingresso nei propri territori.

Il giornale Haaretz, nella sua edizione di lunedì 26 novembre, citando un diplomatico occidentale, ha riferito che a livello dei ministri degli esteri europei nessuna decisione ufficiale in merito è stata ancora presa, tuttavia una commissione formata da esperti di questioni mediorientali ha raccomandato l’adozione di questa soluzione. Tale mossa dovrebbe essere discussa nel corso della prossima riunione dei ministri degli esteri europei.

Il giornale ha anche rivelato che lo scorso gennaio, i consoli generali dei Paesi Ue, operanti a Gerusalemme e Ramallah, hanno preparato una relazione sulle violenze che i coloni israeliani hanno commesso sui palestinesi in Cisgiordania. Il documento avrebbe raccomandato ai vertici di Bruxelles di redigere una lista nera con i nominativi dei coloni da considerare “persone non gradite” sul suolo dell’Ue.

La relazione documenta alcuni casi di violenza crudele e atroce da parte dei coloni contro i palestinesi residenti nell’Area C della Cisgiordania occupata, sotto il totale controllo israeliano, al fine di costringerli ad abbandonare le loro terre in modo da poter ampliare gli insediamenti.

Il documento ha evidenziato l’aumento del potere e dell’influenza dei coloni, dovuta, soprattutto, al fatto che le autorità israeliane non hanno mai intrapreso alcuna azione decisiva, atta ad ostacolare la creazione degli avamposti illegali, e ciò ha rafforzato la “cultura dell’impunità” grazie alla quale proliferano le violenze.

Il rapporto ha avvertito che la violenza dei coloni sta aumentando di giorno in giorno, diventando sempre più estrema, aggiungendo che in alcuni casi, essa assume dei tratti organizzati e sistematici, e sottolineando che “l’Onu considera la violenza dei coloni, la maggior fonte di minaccia contro i suoi impiegati in Cisgiordania”.

La relazione ha inoltre accusato il governo israeliano per la mancanza di serie iniziative atte a risolvere la diffusione della “cultura dell’impunità” presso i coloni, notando che le autorità israeliane hanno chiuso circa il 90 per cento dei fascicoli relativi agli attacchi commessi dai coloni contro i palestinesi in Cisgiordania. Oltre al fatto che in molti casi, i soldati israeliani hanno assistito agli atti di violenza, accaduti proprio sotto ai loro occhi, senza intervenire per proteggere i palestinesi o le loro proprietà.