L’unico centro per arti artificiali a Gaza: la Marcia del Ritorno ha ferito le speranze dei manifestanti

MEMO. Il sogno del giovane palestinese Alaa Al-Dali di partecipare al campionato internazionale con la sua squadra di ciclismo non è ancora svanito, nonostante l’amputazione alla gamba, mesi fa, dopo essere stato colpito da un proiettile israeliano durante una marcia pacifica nei pressi dei confini di Gaza.

Le sue speranze sono riaffiorate grazie a una protesi alla gamba con l’aiuto dell’unico centro per arti artificiali di Gaza, che ha posto fine ai timori che la sua carriera come ciclista professionista finisse, concedendogli un nuovo inizio.

L’amministrazione del centro, sotto la supervisione del comune di Gaza, ha affermato che gli arti protesici forniti dalle strutture di assistenza sanitaria sono di alta qualità e non differiscono dalle protesi utilizzate a livello internazionale.

Tuttavia, il centro ha un disperato bisogno di sovvenzioni, considerati i costi di tali protesi, che sono fornite gratuitamente ai pazienti.

La storia del ciclista 21enne Al-Dali, membro del Palestine Cycling Team, ha inizio con la sua partecipazione alle Marce del Ritorno nei pressi dei confini di Rafah, a sud della Striscia di Gaza, per richiedere il ritorno dei rifugiati palestinesi e porre fine all’assedio di Gaza.

Al-Dali ha dichiarato al corrispondente della Anadolu Agency: “Ho partecipato alle marce pacifiche per rivendicare i nostri diritti e le nostre terre che ci sono stati sottratti. Durante la marcia, un proiettile esplosivo mi ha colpito alla gamba destra e ne è seguita l’amputazione. Dopo aver finito la cura medica, il centro di Gaza per arti protesici mi ha contattato”.

Al-Dali ha iniziato a recarsi presso il centro a Gaza dove inizialmente ha ricevuto un trattamento psicologico, prima di intraprendere la terapia fisica per cinque mesi per riabilitare il suo corpo prima di ricevere la protesi.

Alla fine della fisioterapia, gli è stata progettata una gamba artificiale e in seguito è tornato alla fisioterapia per settimane al fine di imparare a usare la sua gamba con facilità.

Nuove speranze.

Mentre eseguiva uno degli esercizi che lo aiutavano ad utilizzare con facilità la gamba artificiale nel dipartimento di fisioterapia, all’interno del centro, l’atleta palestinese ha confermato: “Adesso mi sento molto meglio. Non uso più le stampelle, che mi traumatizzavano psicologicamente. Ho riacquistato forza e sono in forma. Tornerò a praticare ciclismo”.

La gamba artificiale, che ha dato a Al-Dali la speranza di ricominciare una nuova vita insieme a decine di altri pazienti degli affollati dipartimenti del centro, non viene importata dall’esterno della Striscia di Gaza. Essa è invece creata a mano da tecnici in una fabbrica situata nel seminterrato del centro.

Staff professionale.

Nabil Farah, capo del Dipartimento per Arti Artificiali del centro ha dichiarato che “tutte le protesi sono fatte a mano a livello locale. Siamo un team di tecnici in questo campo che disegnano arti protesici come quelli prodotti a livello internazionale”.

Nella sua intervista con l’agenzia Anadolu, Farah ha sottolineato che il processo di manifattura delle protesi ha inizio prendendo le misure alla parte infortunata del paziente e, sulla base di tali misure, viene creato un calco per la gamba artificiale.

In una seconda fase, la materia prima della quale è fatta la protesi viene inserita nel calco. In seguito, il calco viene rimosso e l’arto è pronto.

Secondo Farah, la nuova protesi viene testata sul paziente. In base all’esito, l’arto viene adattato affinché assuma la sua forma definitiva.

Farah ha affermato che prima di usare la gamba artificiale, il paziente riceve una terapia fisica per due o tre settimane per poter usare l’arto senza problemi.

Tuttavia, i servizi dell’unico centro di Gaza per arti artificiali potrebbero essere interrotti a causa di una grave crisi finanziaria, oltre al crescente numero di pazienti in cerca di aiuto come conseguenza dei continui attacchi israeliani alle Marce di Ritorno, ininterrotti a partire dalla fine dello scorso marzo.

Traduzione per InfoPal di Giorgia Temerario