Madre abbraccia figlio prigioniero in Tribunale: entrambi aggrediti dalle forze israeliane

Gerusalemme/al-Quds-PIC. Martedì, agenti di polizia israeliani hanno aggredito il giovane prigioniero Mohammed Abu Ghannam, 20 anni, e sua madre dopo che si erano abbracciati all’interno del tribunale distrettuale israeliano nella Gerusalemme occupata.

E’ quanto accaduto dopo che il tribunale distrettuale israeliano di Gerusalemme ha esteso la detenzione del prigioniero a seguito di accuse di coinvolgimento nel lancio di pietre e bottiglie molotov.

“Non potevo trattenermi. Per un anno e cinque mesi, mi hanno privato di abbracciarlo e baciarlo. Non potevo più sopportarlo. Li ho spinti via (gli ufficiali) e l’ho abbracciato per alcuni secondi e poi hanno iniziato a strattonarci e a picchiarci”, ha raccontato Muntaha Abu Ghannam, la madre del giovane.

“Per un anno e cinque mesi non sono stata in grado di toccarlo e ogni volta che ho chiesto al giudice di lasciarmelo abbracciare, ha rifiutato con un pretesto diverso”, ha aggiunto.

Ha sottolineato che la polizia israeliana l’ha interrogata, dopo l’incidente, e l’ha informata che non le sarebbe stato più permesso di partecipare alle udienze di suo figlio.

Mohammed Abu Ghannam, arrestato il 18 settembre 2020, è esposto alla persecuzione della polizia da quando aveva 14 anni.