Madre Agnès Mariam attaccata da HRW

Madre Agnès Mariam attaccata da Human Rights Watch.

Da quando in qua un’organizzazione per i diritti umani si mette ad appoggiare la tesi di un attacco militare che ha ucciso tantissimi civili innocenti? Se sei Human Rights Watch, è ordinaria amministrazione. L’organizzazione per i “diritti umani” preferita dal regime americano, la quale una volta ha elogiato la continuazione da parte del governo Obama del crudele programma della CIA di extraordinary rendition attuato dal governo precedente, ha usato tutte le risorse disponibili per dare sostegno alle affermazioni di Obama sul fatto che il governo siriano fosse responsabile dell’attacco chimico dello scorso 21 agosto vicino Damasco.

Dato che Obama era pronto a dare una lezione alla Siria tramite missili da crociera Tomahawk, Human Rights Watch è rimasto virtualmente l’unico al mondo al fianco del presidente. Il gruppo per i diritti umani non era impegnato a cercare di aiutare le vittime o a promuovere sforzi diplomatici internazionali per porre fine alla crisi. Invece, si stavano febbrilmente adoperando in un contorto tentativo per dimostrare che i missili, che pare trasportassero il gas velenoso, potevano provenire solo dalle posizioni del governo siriano. Non avevano ispettori sul posto, eppure hanno stabilito, a prescindere dai fatti, che il responsabile dovesse essere il governo siriano. È questo il compito di un gruppo per i diritti umani? Aiutare un presidente a perorare la causa per una guerra?

Human Rights Watch ha persino ripetuto la bugia secondo la quale il rapporto degli ispettori delle Nazioni Unite sull’incidente del 21 agosto “indica chiaramente la responsabilità del governo siriano per l’attacco”. Non è assolutamente vero e infatti l’ONU non aveva l’ordine di determinare la responsabilità dell’incidente. Ma questa era la posizione del governo americano e HRW aveva tutta l’intenzione di ripeterla, persino mentre il resto del mondo rimaneva incredulo a bocca aperta.
Quando il tentativo russo di prevenire un attacco americano alla Siria – che senza dubbio avrebbe ucciso molte più delle persone che si presume siano state uccise dal gas velenoso il 21 agosto – fu definito da una risoluzione dell’ONU che offriva la distruzione delle strutture e delle armi chimiche del governo siriano, si sarebbe stati portati a pensare che un gruppo per i diritti umani avrebbe esultato per il trionfo della diplomazia sulla guerra. Ma non Human Rights Watch. Philippe Bolopion, rappresentante delle Nazioni Unite presso l’organizzazione, ha fatto saltare l’accordo, dichiarando che “non sarebbe riuscito ad assicurare la giustizia”.

A quel punto, persino il presidente Obama è stato felice di aver evitato un conflitto militare in Siria. Ma non Human Rights Watch.
Tuttavia, l’organizzazione non ha desistito. Un recente rapporto di madre Agnès Mariam de la Croix e del suo Istituto per la Pace, la Giustizia e i Diritti Umani confuta accuratamente molte delle prove fotografiche dell’attacco. Operando in Siria, madre Agnès Mariam ha anche intervistato molte vittime sull’attacco dei rivoluzionari. Il rapporto della sua organizzazione solleva seri dubbi sui video di YouTube presentati dal governo degli Stati Uniti come loro prova principale della responsabilità del governo siriano nell’attacco, insinuando che possano essere stati manipolati o anche completamente falsi. Madre Agnès Mariam, soprannominata dalla BBC “la suora detective della Siria”, ha visto il proprio lavoro attaccato in un recente articolo della BBC di… esatto, proprio di Human Rights Watch!
Peter Bouckaert, “direttore per le emergenze” di Human Rights Watch, che non è stanziato in Siria, respinge il lavoro di madre Agnès Mariam, affermando recisamente che “mancano le basi per tali asserzioni”. Continua dicendo che “non è una analista forense professionista specializzata in video”. Naturalmente lei non ha mai dichiarato di esserlo. Ha dichiarato, invece, di avere occhi funzionanti, che hanno notato – tra le altre anomalie – che diverse delle presunte vittime dell’attacco erano state viste in diversi luoghi presumibilmente nello stesso momento, e che non ci vuole un “analista forense professionista specializzato in video” per capire che è impossibile.

Traduzione di Roberta Toppetta