Madre Agnes traccia la cronologia dell’attacco chimico di Damasco

RT. Madre Agnes traccia la cronologia dell’attacco chimico di Damasco

La suora cattolica Madre Agnes ha informato Rt della nuova versione del suo studio sui video utilizzati come prova della complicità del governo di Assad ai recenti attacchi chimici.

La relazione di suor Agnes Mariam As-Salib, madre superiora del Monastero di San Giacomo a Qara, in Siria, indica che molti dei video che mostrano le presunte vittime dell’attentato con armi chimiche all’oasi di Ghouta, alla periferia est di Damasco, sono stati in realtà fabbricati in base a un copione.

L’importante per Madre Agnes ruota intorno alla questione umanitaria su cos’è successo ai bambini dei video. “Quei bambini di chi sono figli? Dove sono stati presi? Perché li usate e li manipolate”?

La Commissione d’inchiesta indipendente internazionale sulla Repubblica Araba Siriana è stata creata da parte del Consiglio dei diritti umani nell’agosto 2011, al fine di indagare sulle presunte violazioni dei diritti umani.

RT: Che cosa l’ha portata alle conclusioni sulla falsificazione del video sull’attacco chimico?

Madre Agnes Mariam As-Salib: Sono stata contattata da famiglie della provincia di Lattakia, che sostengono che i bambini che sono stati presentati come le vittime degli attacchi chimici della Ghouta sono i loro figli. Mi hanno chiesto di occuparmene, così ho studiato un po’ quei video per capire dove quei bambini sono stati portati, poiché in alcuni video sono vivi, e in altri non lo sembrano più.

In molti video ho riconosciuto la preparazione di una vera messa in scena, di una vera sceneggiatura, e oggi, dopo aver rivisto attentamente le mie prime impressioni, sono arrivata a questa versione migliorata.

Oggi sto portando a termine la cronologia di quei video, e delle azioni che essi svelano all’opinione pubblica. Sono sempre più convinta che non si tratti di un resoconto reale, dell’emergenza per gli attacchi chimici, ma che sia invece una specie di sceneggiatura messa a punto molti giorni prima dei fatti.

RT: Lei è un’esperta in armi chimiche e in produzione di video?

MA: Vediamo una sorta di manipolazione di cadaveri. Per esempio, in un arco di tempo che va dalle 2 alle 5 ore, vediamo dei corpi che non vengono curati o ricomposti, ma vengono spostati da un posto all’altro. Li collocano in modo scenografico per poi girare le scene, che non è detto con chiarezza cosa dovrebbero dimostrare – ci mostrano, come dicono, le vittime di un attacco chimico. Allora ho trovato molte sceneggiature, tutte molto ben documentate. Dal web siamo in grado di ricavarne l’esatta cronologia, l’esatto momento in cui le immagini sono state caricate: questo è ovvio, nessuno lo può negare. Non sono un’esperta, né un militare o un esperto medico: sono solo un’osservatrice, un normale cittadino e, in quanto suora, cerco di scoprire qual è stato il destino di quei bambini. Se sono del nord, della provincia di Lattakia, vorrei sapere dove si trovano ora. Se non sono di Lattakia, allora non hanno famiglia.

E allora, per favore diteci: di chi sono figli quei bambini? Dove li avete presi? Perché li usate e li manipolate? Sono vivi o sono morti? Si tratta di un caso umanitario e siamo tenuti a portarlo ai massimi livelli della comunità mondiale dei diritti umani e umanitari.

RT: Come ha reagito l’Onu alle sue scoperte?

MA: Ho detto chiaramente, in un incontro con la Commissione d’inchiesta, di aver visto i video, e che la mia impressione era che fossero falsi. Erano molto interessati e mi hanno chiesto di poter ricevere i video e le mie osservazioni personali.

Ad oggi ho trasmesso alla Commissione d’inchiesta e all’Ufficio dell’alto commissario dei diritti umani, a Ginevra, la mia ricerca di 50 pagine. Non ho ancora inviato i video in quanto volevo essere sicura del mio lavoro. Trasmetterò in via ufficiale e in audio-visivo l’intero lavoro sulla cronologia e sulle prove.

Traduzione di Stefano Di Felice