Mahmoud Abbas: applausi dell’Onu e afasia dei media

Mcc43. Il 26 settembre Mahmoud Abbas si è presentato all’Assemblea delle Nazioni Unite ed è stato accolto da un grande applauso, ripetuto in modo ancora più caloroso al termine del suo discorso. Il testo in inglese si può leggere qui oppure ascoltare dalla sua voce qui.

Abu-MazenAbbas, o più famigliarmente Abu Mazen, ha iniziato parlando di Gaza. Ha elencato i fatti e definito l’Operation Protective Edge di Israele una serie infinita di crimini perpetrati di fronte al mondo intero, momento dopo momento, in un modo che rende inconcepibile che qualcuno oggi possa dire di non essersene reso conto; inconcepibile che alcuni possano affermare che Israele si stava difendendo, incurante del destino di migliaia di vittime e ignorando che la vita di un Palestinese è preziosa come la vita di qualunque altro essere umano.

“Noi dobbiamo presumere che nessuno si chiederà più perché l’estremismo sta crescendo, perché la cultura della pace sta perdendo terreno e perché gli sforzi per realizzarla stanno crollando. Ancora, noi crediamo – e speriamo – che nessuno tenterà anche questa volta di aiutare l’ Occupazione pemettendo l’impunità per i crimini commessi. Signor Presidente, Signore e Signori, nel nome della Palestina e della sua gente, io affermo qui oggi: noi non dimenticheremo e non perdoneremo, noi non permetteremo a criminali di guerra di sfuggire alla punizione. Affermo di fronte a voi che il popolo Palestinese rivendica strenuamente il legittimo diritto di difendersi contro la macchina da guerra d’Israele e il legitimo diritto di resistere a questa Occupazione coloniale e razzista.”

I media internazionali, anziché riferire ed entrare nel merito delle affermazioni, hanno riportato le reazioni furiose e sdegnate deli Israeliani, assenti dall’Assemblea per la coincidenza di una festività religiosa.  Dal Dipartimento di Stato americano la portavoce Jen Psaki ha rincarato dichiarando di respingere il discorso perché deludente e pieno di “caratterizzazioni offensive”. Lo sdegno ha origine dal fatto che questa volta il Presidente palestinese non si è concesso metafore, ha proferito le parole: massacro e genocidio. Netanyhau promette di smontare nel suo prossimo discorso le “bugie” di Abbas.

E’ così? Sono bugie, come afferma Netanyhau?
Compito dei media chiederselo e scriverne.
Le risposte autorevoli e attendibili esistono
e devono solo essere rese note ai lettori.

1) Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani

La trascrizione del report all’ OHCHR,  27a Sessione del 22 Settembre, è il primo, ancora parziale, resoconto dei lavori della Commissione Investigativa istituita dall’Onu nel mese di Agosto. Il compito: indagare sulle violazioni dei diritti umani commesse durante l’attacco di Israele a Gaza, nei Territori Occupati e a Gerusalemme Est.
Parla Flavia Pansieri, Vice Alto Commissario per i Diritti Umani.

” I dati preliminari, che vengono continuamente aggiornati con ulteriori informazioni disponibili, suggeriscono che circa tre quarti (1479) del totale dei 2,158 morti palestinesi erano civili, di loro più di uno terzo (506) erano bambini. I numeri sono aggiornati a questa mattina rispetto a quelli presentati nel rapporto a vostre mani e riflettono i decessi avvenuti dopo la fine dell’escalation di persone ferite durante le azioni di guerra, con identificazione, civili o combattenti, di alcune delle vittime. A oggi 22 Settembre, risulta che approssimativamente il 13.7 per cento degli uccisi appartenevano a gruppi armati palestinesi, mentre lo status di 384 persone è ancora da identificare. […] Il rapporto della Commissione parla di preoccupazioni per una serie di violazioni delle leggi internazionali sui Diritti Umani, inclusi alcuni fatti che possono risultare classificabili come crimini di guerra.

 

2) Tribunale Russel

Il 25 settembre, alla vigilia del discorso di Abbas, a conclusione della Sessione dedicata all’Operation Protective Edge  su Gaza, il Tribunale Russel  ha rilasciato le sue conclusioni nelle quali, relativamente alla nazione israeliana,  si legge

“Per quanto riguarda il crimine di incitamento al genocidio, il Tribunale ha rilevato l’evidenza di un aumento della retorica  al vetriolo di stampo razzista e d’incitamento durante l’estate 2014. Le prove mostrano che tale incitamento si è manifestato in vari ambiti della società israeliana, sui media tradizionali e sui social, nelle tifoserie calcistiche, tra gli agenti di polizia, commentatori dei media, leader religiosi, legislatori, e ministri.
Il Tribunale ha constatato l’esistenza delle prove dei seguenti crimini di guerra:
Uccisioni intenzionali. Vaste distruzioni di proprietà non giustificate da necessità militari. Attacchi intenzionali contro la popolazione e le attrezzature civili. Uso sproporzionato della forza. Attacchi contro edifici di culto e istruzione.
L’uso di Palestinesi come scudi umani. Uso indiscriminato di armamenti, munizioni, metodi di natura tale da provocare danni superflui e sofferenze non necessarie. Ricorso alla violenza per diffondere il terrore fra la popolazione civile.”

3) Kuala Lumpur War Crime Tribunal

Stessa smemoria, che persiste tuttora, già due anni fa sulla sentenza di condanna per genocidio continuato emessa dal Tribunale per la Criminalizzazione della guerra di Kuala Lumpur. Il KLWCT è un  Tribunale morale, tuttavia istruisce i processi con gli stessi metodi di qualsiasi tribunale penale.

“Il Tribunale dopo aver preso in considerazione, punto per punto, le argomentazioni della Difesa e rigettato, in particolare, il concetto che il “genocidio” sia una questione di numero delle vittime, ponendolo invece nell’ intenzione di distruggere in modo sistematico le condizioni di vita di un popolo, riconosce colpevole lo stato di Israele delle accuse di genocidio che gli sono state mosse.
Colpevoli, stato di Israele e generale Amos Yaron, di complicità nell’ uccisione di massa dei Profughi Palestinesi a Sabra e Chatila, configurata come genocidio e crimini contro l’umanità.
In particolare per le argomentazioni della Difesa sul lancio di razzi palestinesi verso il territorio israeliano, che in alcuni casi hanno colpito dei civili, il Tribunale riconosce trattarsi di reazioni difensive agli attacchi dell’esercito di Israele.
Il Tribunale procederà a iscrivere Israele e il generale Yaron nel Registro dei Criminali di guerra del KLWCT e trasmetterà gli atti del processo alla Corte Penale internazionale. Raccomanda, inoltre, la massima pubblicità a livello mondiale della sentenza emessa e ricorda che la prevenzione del genocidio è jus cogens. “

4) Gli Israeliani del dissenso 

Il silenzio mediatico ferisce quella parte dell’opinione pubblica israeliana che dissente dall’azione di governo e che condanna pubblicamente il massacro di Gaza, l’Occupazione e la colonizzazione della Palestina storica.
Gideon Levy con magistrale  ironia scrive su Haartez  il discorso che Abbas  avrebbe dovuto pronunciare per compiacere l’Occupante. Dopo la genuflessione per il genocidio perpetrato, avrebbe dovuto dire

Grazie per conto dei 110,000 abitanti di Gaza rimasti senzatetto,  solamente per conto di quelli le cui case sono state distrutte per la prima volta, non per la seconda o la terza. Grazie per conto dei 1,000 bambini  resi invalidi, dei 1,500 resi orfani e dei 360,000 con problemi di salute mentale, loro non possono farlo al momento e lo faccio al posto loro, in conseguenza di questa guerra che è la più morale e giusta della storia.
Grazie per gli sforzi di pace del governo israeliano, particolarmente quelli del Primo Ministro. Grazie per la sua promessa di due stati. Grazie per la costruzione senza limiti e continuativa,  grazie per il furto di terra. Specialmente grazie per i 4,000 dunam [1,000 acri] rubati in Etzion; l’Insedimanto Etzion li merita!. Grazie per le demolizioni delle case, per il tentativo  di pulizia etnica nella Valle del Giordano e sulle colline meridionali di Hebron. Un grazie ai coloni di Hebron perchè esistono. Grazie per il Muro, per il blocco e la separazione crudele della West Bank e della Striscia di Gaza. Grazie per le sparatorie brutali contro i pescatori di  Gaza, che chiaramente non sono da considerare violazione della tregua. Grazie per gli arresti notturni, e altresì per gli arresti di giorno. Speciale grazie dei migliaia di prigionieri, alcuni di loro prigionieri politici,  perché Israele gli ha costruito un gabinetto…

…… 

 

Tali omissioni mediatiche non sono causali.
Si accompagnano ad altre che si caratterizzano come
disinformazione intenzionale.

Il NYT dedica al discorso un articolo in sesta pagina nel quale tralascia  le accuse elencate da MahmoudAbbas PlanAbbas nel suo discorso – accuse che costituiscono la ragione della richiesta di una risoluzione Onu che imponga una precisa tempificazione del ritiro, già imposto nel 1967, di Israele dai Territori Occupati, precondizione per la ripresa dei colloqui di pace – limitandosi a dire che i Palestinesi non riprenderanno i colloqui, senza spiegare il motivo (analisi dettagliata della disinformazione dei quotidiani americani a questo riguardo a questo link). A differenza del NYT, The National ha scritto “il vasto appoggio internazionale è stato evidente alla fine del discorso di Abbas venerdì, quando gli è stato tributata un’insolitamente prolungata ovazione”; il giornale riporta anche la dichiarazione di un rappresentante palestinese circa il ricorso a tutti gli organismi internazionali, compresa la Corte Penale, osservando che nulla potrà fare Israele per impedirlo.

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Dichiaro la mia incapacità d’individuare delle motivazioni non disonorevoli per i lavoratori dell’informazione in questa condotta non professionale che asseconda, con le omissioni, un governo che introduce, lo si è visto dai riscontri del Tribunale Russel, nella vita nazionale israeliana una barbarie paranoide, la quale – e ciò non è meno tragico – alimenta nel mondo nuovi rigurgiti antisemiti.