Ramallah – WAFA. Giovedì, un tribunale israeliano ha deciso di continuare a classificare il caso del prigioniero malato di mente Ahmad Manasra, 20 anni, come “terrorismo”, riducendo così le possibilità di rilascio anticipato, secondo quanto affermato dalla Società per i prigionieri palestinesi (PPS).
In una dichiarazione, la Società ha affermato che il tribunale dell’occupazione ha respinto un ricorso presentato dal gruppo legale di Manasra per annullare la classificazione del suo tentativo di accoltellamento nel 2015 come “terrorismo”: ciò significa che Manasra, che aveva 13 anni quando ha effettuato l’attacco, non potrà beneficiare del rilascio anticipato.
La PPS ha affermato che la corte non ha preso in considerazione la salute mentale di Manasra e ha deciso che le sue condizioni psicologiche non sono abbastanza gravi per il suo rilascio.
Mantenendo la classificazione del suo atto come “terrorismo”, la squadra di difesa non sarà autorizzata a presentare il fascicolo davanti al comitato per il rilascio anticipato, dopo aver completato i due terzi della sua condanna.
La corte aveva precedentemente deciso di tenere Manasra in isolamento nonostante le sue condizioni di salute.
Al processo di Manasra hanno partecipato diplomatici dell’Unione Europea, che in seguito hanno affermato in un tweet di essere “molto preoccupati per la salute mentale ed il benessere di Ahmad Manasra, che continua ad essere tenuto in isolamento contro gli standard delle Nazioni Unite”.
È “fondamentale che Ahmad riceva l’assistenza sanitaria e le consulenze necessarie”, ha affermato l’UE.
Manasra fu brutalmente picchiato dai passanti israeliani in seguito al suo attacco e poi torturato durante l’interrogatorio dopo il suo arresto, nonostante la sua giovane età. Riportò ferite alla testa che hanno influito sulla sua salute mentale.
Successivamente è stato condannato a 12 anni di carcere, poi ridotti a nove anni e mezzo.
La sua famiglia è preoccupata per la sua salute poiché non è stato in grado di riconoscerla in tribunale.